Page 35 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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IntroduzIone 35
garantire la salvaguardia e la tutela di tali fonti, le ragioni della loro «frammen-
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tazione» conservativa e, infine, la fruizione e la consultabilità permessa all’u-
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tenza esterna .
Reggio Emilia, 4-8 ottobre 1993, I, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Uffi-
cio centrale per i beni archivistici, 1999 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi, 51),
pp. 341-345; G. Gay, Gli archivi per la storia della scienza e della tecnica: l’Ufficio sto-
rico dello Stato maggiore dell’Esercito, in Gli archivi per la storia della scienza e della
tecnica. Atti del convegno internazionale, Desenzano del Garda, 4-8 giugno 1991, I, Ro-
ma, Ministero per i beni e le attività culturali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999
(Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi, 36), pp. 183-189.
21 Non ci riferiamo solo alla presenza di carte militari negli Archivi di Stato ma anche alla
loro custodia in diverse strutture dell’Esercito. Infatti, oltre che presso l’Ufficio storico e
i musei, ricordi e cimeli, compresi quelli di natura documentaria, si trovano presso sedi di
scuole e di reparti operativi, dove, per volere dei comandanti, sono stati allestiti degli spazi
espositivi («sale storiche»), con la finalità di serbare e tramandare le tradizioni dei vari re-
parti ma difficilmente accessibili al pubblico. E, ancora, nuclei archivistici di interesse sto-
rico si sono formati in altri enti a cui non è mai stata assegnata, formalmente, alcuna com-
petenza conservativa. Tra questi segnaliamo l’Istituto geografico militare di Firenze, isti-
tuito nel 1872, che ha il compito di fornire supporto geotopocartografico alle unità e ai co-
mandi dell’Esercito italiano e che, dal 1960, svolge anche le funzioni di ente cartografico
dello Stato. L’IGM conserva tutta la documentazione geotopocartografica preunitaria, la
cartografia e i dati geodetici storici del territorio nazionale ed extranazionale (ad esempio,
della Libia, delle ex Colonie dell’Africa orientale e dell’Albania), aerofotografie a partire
dall’inizio del Novecento, immagini panoramiche su lastra di vetro della fine dell’Otto-
cento e documenti cartografici, tra cui mappe e carte, antichi e contemporanei. Per infor-
mazioni cfr. v. toCCafondi, Gli archivi dell’Istituto geografico militare, in Le fonti per la
storia militare italiana in età contemporanea...cit., pp. 50-58; e. santoro, L’Istituto geo-
grafico militare in Africa, la sua attività e i suoi archivi, in soCietà italiana di storia Mi-
litare, Quaderno 2001-2002, n. mon. Militari italiani in Africa. Per una storia sociale e
culturale dell’espansione coloniale, a cura di n. labanCa, Napoli, Edizioni scientifiche
italiane, 2004, pp. 409-423. Inoltre, si veda il sito dell’Istituto consultabile all’indirizzo
http://www.igmi.org/istituto/index.php (visitato il 10 gen. 2013).
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Per osservazioni generali sui «vuoti» degli archivi militari e per pareri relativi alle princi-
pali difficoltà per l’utilizzo e la consultazione di tali archivi cfr. G. roChat, Gli uffici stori-
ci delle Forze armate…cit.; M. franzinelli, Sull’uso critico delle fonti di polizia, in Voci
di compagni, schede di questura. Considerazione sull’uso delle fonti orali e delle fonti di
polizia per la storia dell’anarchismo, [a cura di l. PezziCa], Milano, Centro studi libertari
di Milano, 2002 (Quaderni del Centro studi libertari-Archivio Pinelli), pp. 20-21; G. ro-
Chat, Una postilla sugli archivi militari, in «Le Carte e la Storia», VIII (2002), 1, pp. 179-
180; a. Giannuli, L’armadio della Repubblica, a cura di v. vasile, Roma, Nuova inizia-
tiva editoriale, 2005 (L’Unità, Gli archivi non più segreti, 1), pp. 99-100; Ministero della
difesa, CoMMissione italiana di storia Militare, Archivi, biblioteche...cit., in part. P. Ca-
ruCCi, Quali documenti le istituzioni militari producono, quali conservano, quali elimina-
no, pp. 92-102, r.b. la raCine, Esperienze di un utente dell’archivio dell’Ufficio storico

