Page 31 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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IntroduzIone 31
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zioni e delle funzioni delle Forze armate e dei loro alti comandi .
Così, per concludere la ricerca entro un termine ragionevole, siamo stati in
grado di elaborare un’introduzione solo sommaria sulla Forza armata, ordinati-
vamente complessa, comprendendo, negli anni 1861-1946, il vertice tecnico-
militare, costituito dal capo di Stato maggiore, responsabile della preparazione
della guerra, posto alle dirette dipendenze del re (comandante supremo delle
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Forze armate) e subordinato al ministro ; gli organi centrali di vertice, in primo
luogo lo Stato maggiore e, secondariamente, diverse strutture consultive e ispet-
tive; le organizzazioni territoriale, operativa, dei servizi logistici (incardinanti
anche gli enti di produzione come gli stabilimenti e gli arsenali) e addestrativa
(scuole, centri e istituti di formazione).
to dell’Ufficio storico alla storiografia della Prima guerra mondiale, Roma, Tip. regio-
nale, 1978 e id., Catalogo bibliografico. Opere edite fino al 1999, Roma, Ufficio storico
SME, 2000.
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Per l’evoluzione della storiografia militare italiana dall’inizio dell’Ottocento fino ai nostri
giorni cfr. f. boGliari, I nuovi problemi della storiografia militare (A proposito di pubbli-
cazioni recenti), in «Ricerche storiche», IX (1979), 1, pp. 197-209; Centro interuniversi-
tario di studi e riCerChe storiCo-Militari, università di Padova, Pisa e torino, la storio-
grafia militare italiana negli ultimi venti anni…cit.; G. roChat, Gli studi di storia militare
sull’Italia contemporanea (1914-45). Bilancio e prospettive, in «Rivista di storia contem-
poranea», XVIII (1989), 4, pp. 605-627; soCietà di storia Militare, L’insegnamento del-
la storia militare in Italia (Atti del seminario tenutosi a Roma il 4 dicembre 1987), a cu-
ra di M. nones, Genova, Compagnia dei librari, 1989; G. roChat, otto punti sulla storia
militare, in «Rivista di storia contemporanea», XXI (1992), 2-3, pp. 481-485; a. biaGini,
Bilancio di un trentennio e G. roChat, I «laici» e la storiografia militare, in CoMMissione
italiana di storia Militare, II Convegno nazionale di storia militare. Acta del convegno di
studi tenuto a Roma presso il Centro alti studi della Difesa il 28-29 ottobre 1999, a cura di
a. biaGini-P. alberini, Roma, s.e. [Commissione italiana di storia militare], 2001, rispet-
tivamente pp. 9-19 e 41-45; soCietà italiana di storia Militare, Quaderno 2000, n. mon.
La storiografia militare in Francia e in Italia negli ultimi vent’anni. Due esperienze a con-
fronto. Secondo incontro franco-italiano (Venezia, 27-28 aprile 2001), a cura di P. del ne-
Gro, Napoli, ESI, 2003.
10 In base all’art. 5 dello statuto albertino al re spettava il comando delle Forze armate, il di-
ritto di dichiarare la guerra e di concludere trattati senza preventiva approvazione del Par-
lamento. Ma a partire dalla Prima guerra mondiale il re fu solo nominalmente comandante
supremo del Regio esercito e della Regia marina e delegò il comando effettivo ai capi di
Stato maggiore delle due Forze armate.
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La carica di capo di Stato maggiore del Regio esercito, sebbene rimase sempre formalmen-
te subordinata al ministro della Guerra, rafforzò e ampliò, a partire dal primo decennio del
Novecento, le proprie prerogative fino ad acquistare una preminenza sulla carica ministe-
riale che finì per avere solo una responsabilità di natura amministrativa sullo strumento
militare di terra. Su questo cfr. G. roChat, Il controllo politico delle Forze armate, in la
Prima guerra mondiale, a cura di M. isnenGhi, Bologna, Zanichelli, 1972, p. 196.