Page 32 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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In ragione di questa macchinosità dell’istituzione si è proceduto a ulteriori
selezioni, individuando, come oggetto di analisi, quelli che a nostro giudizio
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erano i pilastri centrali dell’intelaiatura del Regio esercito metropolitano : lo
Stato maggiore, «guida» della Forza armata; i comandi e le unità, con competen-
ze e attività differenziate in base alla loro natura (operativa o territoriale) e al
coinvolgimento, o meno, del Paese in ostilità con altre nazioni (tempo di guerra
o di pace); le armi, branche specifiche che riunivano il personale e i mezzi desti-
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nati a combattere , suddivise in specialità che corrispondevano al tipo d’impiego
che ciascun reparto era in grado di sostenere e per il quale veniva strutturato e
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preparato; i corpi e i servizi che dovevano «conservare la forza» , soddisfacendo
i bisogni comuni e particolari delle truppe e fornendo a quest’ultime i mezzi
necessari per vivere e per agire; gli organi attraverso i quali veniva esercitata la
giurisdizione per i reati militari commessi da appartenenti all’Esercito e, in gene-
rale alle Forze armate e ai corpi armati dello Stato a ordinamento militare; l’or-
ganizzazione per la selezione e la distribuzione, presso gli enti e i reparti, dei
cittadini chiamati alle armi e per la loro successiva formazione e addestramento.
Il quadro storico-istituzionale che si è riusciti a elaborare restituisce, però,
solo la dimensione giuridico-normativa dell’assetto strutturale e funzionale delle
principali ripartizioni del Regio esercito. Risultano infatti esclusi la prassi ammi-
nistrativa, i profili delle personalità più rilevanti e la biografia d’insieme del
personale, ossia manca quello sguardo sulla dimensione «interna» che fornisce
indizi importanti per storicizzare correttamente le istituzioni .
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12 Nel periodo storico esaminato esisteva anche la parte coloniale del Regio esercito, compo-
sta dalla struttura di comando e operativa e dai servizi dei regi corpi truppe coloniali del-
la Tripolitania, della Cirenaica, dell’Eritrea e della Somalia e che, pur facendo parte della
Forza armata, era alle dipendenze del Ministero delle colonie (poi dell’Africa italiana) per
le questioni amministrative e per l’impiego.
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Le armi sono quelle di Artiglieria, Cavalleria, Fanteria, Genio e dei Carabinieri reali. Le
prime quattro erano dette «combattenti» per distinguerle dall’Arma dei carabinieri che,
pur potendo partecipare al combattimento, aveva prevalentemente compiti di altra natura,
ovverosia quelli di pubblica sicurezza e di ordine pubblico (definiti «d’istituto»), di polizia
giudiziaria e di polizia militare.
14 Intendiamo, genericamente, «l’insieme degli uomini armati». Per le varie specifiche attri-
buite al termine «forza» cfr. Ministero della Guerra, CoMando del CorPo di stato MaG-
Giore, 2604. Nomenclatore organico-tattico-logistico, Roma, Tipografia regionale, 1936,
pp. 11-14; id., N. 3355. Nomenclatore organico-tattico-logistico, Roma, Istituto poligra-
fico dello Stato, Libreria, 1938, pp. 20-22. Cfr. anche voci in r. busetto, il dizionario mi-
litare. Dizionario enciclopedico del lessico militare, Bologna, Zanichelli, 2004, pp. 348-
349.
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Cfr. introduzione, in G. Melis, Storia dell’amministrazione italiana, 1861-1993, Bologna,
il Mulino, 1996 (Le vie della civiltà), pp. 7-14. Inoltre, C. Pavone, Stato e istituzioni in Ita-