Page 36 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 36
36 Il RegIo eseRcIto e I suoI aRchIvI
Concludiamo questa breve introduzione al volume segnalando che, per non
appesantire la sua lettura, nelle note a piè di pagina del testo sono state riportate
solo alcune delle fonti utilizzate per l’elaborazione del libro, inserendo nella
parte finale di quest’ultimo la loro citazione completa.
Nonostante i limiti del lavoro, chi scrive spera di aver assolto bene alla funzione
di «mediatore» tra una realtà archivistica (quella dell’Esercito) e i suoi potenziali
fruitori. Di avere, in sostanza, prodotto un ulteriore strumento, accanto a quelli
inventariali, utile per far luce su una tipologia di archivi noti, di fatto, solo a una
23
ristretta cerchia di studiosi e spesso ancora considerati luoghi «misteriosi» e di
della MM, pp. 51-59 e G. roChat, Note sugli archivi degli uffici storici militari, pp. 131-
135; n. labanCa, Gli istituti di istruzione militare nel periodo della Repubblica. Consi-
derazioni per una ricerca necessaria ma difficile, in Ministero della difesa, CoMMissione
italiana di storia Militare, Repubblica e Forze armate. Linee interpretative e di ricerca.
Acta del convegno di studi tenuto a Roma il 25 e 26 ottobre 2006 presso il Centro alti studi
della Difesa, a cura di G. Giannone, Roma, CISM-Commissione italiana di storia militare,
2007, pp. 246-248.
23
Sorprende la scarsa conoscenza degli archivi storici delle Forze armate anche da parte di
insigni rappresentanti della comunità archivistica nazionale. Giuseppe Plessi, ad esem-
pio, in un suo scritto del 1990, sostiene che la legge archivistica del 1963 ha esonerato
dall’obbligo di versamento agli Archivi di Stato anche il Ministero della difesa, sebbene
«limitatamente alla documentazione destinata ai propri archivi storici (dell’Esercito, della
Marina, dell’Aeronautica)». Cfr. G. Plessi, Compendio di archivistica, Bologna, Editrice
CLUEB Bologna, 1990, p. 118 e n. E, ancora, recentemente Giorgetta Bonfiglio-Dosio ha
indicato il 1965 come data di riorganizzazione degli «Archivi storici del Ministero della
difesa», costituiti dall’«Ufficio storico militare, istituito nel 1872 (…), Ufficio storico del-
la Marina, istituito nel 1913 (…), Ufficio storico dell’Aeronautica, istituito nel 1927 (…),
Archivio storico dell’Arma del Genio, la cui documentazione parte dal 1814». In realtà, il
d.p.r. 18 nov. 1965, n. 1478, riguarda la riorganizzazione degli uffici centrali del Ministero
della difesa e l’unico articolo contenente riferimenti agli archivi, il n. 47, attiene esclusi-
vamente alla creazione, per l’area tecnico-amministrativa del dicastero, di una sola com-
missione per l’eliminazione degli atti di archivio. Infine, non sono mai esistiti, nell’ambi-
to della Difesa, istituti denominati «Ufficio storico militare» (e se il riferimento riguarda
l’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito ricordiamo che le sue origini risalgo-
no al 1853) e «Archivio storico dell’Arma del Genio» (la cui corretta denominazione è
quella di Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio). Cfr. G. bonfiGlio-dosio, Primi
passi nel mondo degli archivi. Temi e testi per la formazione archivistica di primo livel-
3
lo, Padova, CLUEP, 2007 , p. 38 e n; id., Il sistema archivistico italiano, in «Documenta
& Instrumenta», VIII (2010), p. 37 e n, consultabile, in formato pdf, all’indirizzo http://
revistas.ucm.es/index/index.php/DOCU/search/authors/view?firstName=Giorgetta%20
&middleName=&lastName=Bonfiglio-Dosio&affiliation=&country= (visitato il 3 mar.
2013).
Da segnalare, inoltre, che in quest’ultimo saggio non viene data notizia del riconoscimento
all’esenzione dalla sorveglianza dell’amministrazione archivistica anche all’Ufficio stori-