Page 430 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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            Museo storico navale (1926); e, infine, Il nuovo Museo del Corpo dei bersaglie-
                                                                       150
            ri (1932) e Una nuova sala del Museo dell’Arma del genio (1932) .
               L’Ufficio  storico  cercò  di  impostare  la  sua  attività  editoriale  secondo  dei
            requisiti che ritroviamo permanenti nel tempo, almeno nelle intenzioni. La nar-
            razione doveva basarsi su uno stile semplice e chiaro ed essere «serena, obiettiva,
            corroborata da numerosi documenti allegati», quest’ultimi da inserire nella parte
            finale delle opere, distinta da quella narrativa al fine di rendere «leggera» la let-
            tura delle pubblicazioni; doveva essere ricercato il «vero», l’«esatto» ed evitata
            la «critica appassionata diretta contro le persone»; dovevano essere costantemen-
            te esaminati i documenti della parte avversa; non bisognava mai omettere, nella
            ricostruzione di un fatto d’armi, la trattazione dell’«ambiente, terreno, situazione
            morale e materiale di ambo le parti, forze, ordini iniziali, logico e cronologico
            svolgimento degli avvenimenti, risultati ottenuti» .
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               Ma, al di là di queste aspirazioni, la qualità della produzione libraria dell’Uf-
            ficio storico fu, seppur non diffusamente, soggetta a critiche. Ad esempio, nel
            1932, il col. Luigi Amedeo de Biase, capo dell’Ufficio storico, biasimava l’ine-
                                                                    152
            sistenza, nella relazione ufficiale sulla Prima guerra mondiale , di cenni sugli
            errori nel modo di combattere delle truppe italiane, «per ragioni di opportunità e
            ad  ogni  modo  perché  fu  stabilito,  all’inizio,  che  la  relazione  non  contenesse
            osservazioni, considerazioni, commenti, ecc.», mentre, al contrario, sarebbe stato
            assai utile far conoscere, «nello stretto ambito militare, a completamento della
            relazione ufficiale e a titolo istruttivo», quei documenti riflettenti le inadeguatez-
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            ze operative . Rilievi che, nel 1935, venivano ribaditi da Alberto Pariani. Per



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                Sul periodico cfr. Premessa, «Bollettino dell’Ufficio storico», I (1926), 1, p. 2; Atti ufficia-
               li della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Consiglio centrale. XIII
               congresso sociale…cit., pp. 945-946; n. GiaCChi, L’attività dell’Ufficio storico di SM nel
               1926, in Atti ufficiali della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Con-
               siglio centrale. XIV congresso sociale e assemblea generale dei soci in Trento nei gior-
               ni 20-21-22 settembre 1926, in «Rassegna storica del Risorgimento», XIII (1926), 4, pp.
               935-938; stato  MaGGiore  dell’eserCito, uffiCio  storiCo, Catalogo bibliografico…cit.,
               pp. 104-117; f. Carbone, Per una storia della diffusione archivistica in ambito militare…
               cit., pp. 57-67.
            151   Ufficio storico, Direttive per la redazione storica, 6 lug. 1925, n. 2004 di prot., a firma
               del capo dell’Ufficio storico col. Nicolò Giacchi, indirizzata agli ufficiali [dell’Ufficio], in
               AUSSME, a r, b. 7, fasc. 57, s.fasc. 2.
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                Ministero della Guerra, CoMando del CorPo di stato MaGGiore, uffiCio storiCo, poi Mi-
               nistero della difesa, stato MaGGiore dell’eserCito, uffiCio storiCo, l’esercito italiano
               nella Grande guerra, 1915-1918, Roma, Provveditorato generale dello Stato, poi Regio-
               nale, 1927-1983, voll. 7.
            153   Ufficio storico, Promemoria, 10 feb. 1932, a cura del col. capo Ufficio [Luigi Amedeo] de
               Biase, in AUSSME, a r, b. 1, fasc. 5.
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