Page 432 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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               In generale all’Ufficio storico dell’Esercito venne frequentemente e ampia-
            mente riconosciuto un apporto rilevante allo sviluppo e al progresso della storio-
            grafia nazionale, grazie all’acquisizione e tenuta delle carte e, soprattutto, alle
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            sue opere, di carattere non più solo tecnico ma altresì divulgativo .
               Lasciamo ad altri la riflessione e il giudizio sulla scientificità della pubblici-
            stica dell’Esercito e, per quanto ci riguarda, ritorniamo alle tematiche che più ci
            interessano, vale a dire alla connessione tra le vicende degli archivi della Forza
            armata e il ruolo di editore assegnato al suo Ufficio storico.
               La presenza di tale competenza certamente favorì la raccolta e la custodia dei
            documenti o, forse più correttamente, contribuì alla nascita della stessa funzione
            conservativa. Ed ancora, le monografie e i periodici dell’Ufficio furono gli stru-
            menti principali, e per lungo tempo gli unici, attraverso i quali la conoscenza del
            patrimonio  documentario  della  Forza  armata  divenne  pubblica,  agendo  in  tal
            modo da «garanti» per la sua preservazione. Ma, accanto a queste ricadute posi-
            tive, ve ne furono altre di segno decisamente opposto. Pensiamo all’«inquinamento»
            dello sguardo oggettivo nel momento della valutazione e selezione delle carte da
            tenere  permanentemente  nonché  alle  nuove  configurazioni  fisiche  date  agli
            archivi, basate sullo schema dell’opera come, ad esempio, nel citato caso della
            relazione ufficiale sulla Prima guerra mondiale .
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               revole per le parole benevole dirette all’Ufficio storico, promise che avrebbe tenuto conto
               delle osservazioni fatte. Infatti, decise di aumentare il numero degli estratti delle «Memorie
               storiche militari» e di incrementare la réclame dell’attività editoriale dell’Ufficio. Sempre
               Rava, in un discorso pronunciato al Senato del Regno nel marzo 1930, riprendeva le que-
               stioni del 1913, rimarcando l’importanza del patrimonio archivistico e librario conservato
               dall’Ufficio storico, definito «istituto culturale di primissimo ordine», e della sua attività edi-
               toriale. Cfr. senato del reGno, Per la storia delle valorose armi italiane (dal 1796 al 1918).
               Discorso del senatore Luigi Rava, pronunciato nella tornata del 21 marzo 1930-VIII, Roma,
               Tipografia del Senato del dott. C. Bardi, 1930. Inoltre, cfr. AUSSME, L 3. Studi particolari,
               b. 301 (già 305), fasc. 4, s.fasc. 1.
            159   Atti ufficiali della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano. X congresso
               sociale in Trieste (resoconto stenografico), in «Rassegna storica del Risorgimento», IX
               (1922), 3, pp. 672-673; Atti ufficiali della Società nazionale per la storia del Risorgimen-
               to italiano. Consiglio centrale. XI congresso e assemblea generale dei soci in Milano nei
               giorni 17-18-19 settembre 1923 (resoconto stenografico), in «Rassegna storica del Risor-
               gimento», X (1923), 4, p. 910; Atti ufficiali della Società nazionale per la storia del Risor-
               gimento italiano. Consiglio centrale. XIII congresso sociale…cit., p. 948; relazione sul
               convegno della Giunta…cit., in AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 277 (già 280), fasc.
               «Convegno indetto dalla Giunta centrale per gli studi storici (11-12 marzo), Ecc. Cesare
               Maria de Vecchi di Val Cismon-presidente».
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                AUSSME, a r, b. 7, fasc. 57, s.fasc. 3.
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