Page 446 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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rimandata al regolamento interno, da sottoporre all’approvazione del Ministero
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della guerra ; la gestione tecnico-scientifica andava assegnata a un direttore,
scelto fra gli ufficiali generali del Genio in congedo, coadiuvato da un vice diret-
tore e da un ragioniere dell’Arma e da una consulta composta da 6 membri, di
cui 4 scelti fra gli ufficiali generali e superiori del Genio, sia in servizio che in
congedo, e 2 individuati fra personalità note per i loro studi nel campo della
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storia, architettura e ingegneria .
Contemporaneamente alla costituzione dell’Istituto si indiceva un appalto-
concorso per la costruzione della sua nuova sede, su un progetto elaborato dal
ten. col. del Genio Gennaro De Matteis. Nel 1937 iniziavano i lavori sul sedime
della batteria Tevere e nel gennaio 1939 lo stato avanzato dei lavori consentiva
il trasferimento del materiale nei nuovi locali situati a lungotevere della Vittoria.
L’inaugurazione ufficiale della sede, prevista per il giugno 1940, veniva rinviata
a causa dell’entrata in guerra dell’Italia e rimandata al termine del conflitto. Per
di più, la nuova situazione militare non permetteva di intervenire, in maniera
risolutiva, sui problemi di stabilità che l’edificio aveva presentato già nel
momento della sua fabbricazione, causati dalla natura del sedime e, forse,
dall’eccessiva celerità dei lavori .
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Dopo l’8 settembre 1943, grazie all’opera del vice direttore, il gen. Luigi
Lastrico , e del personale che si sottoponeva a un’intensa attività di vigilanza
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dell’edificio, l’Istituto non subiva saccheggi e, durante l’occupazione nazista
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di Roma, nonostante alcune visite effettuate da ufficiali tedeschi, nulla veniva
sottratto. Inoltre, nel maggio 1944, si impediva la requisizione dell’immobile da
parte dell’ex Governatorato di Roma che voleva adibirlo a orfanotrofio per i figli
degli sfollati e, dopo il giugno 1944, venivano fatti fallire, con la scusa dell’in-
stabilità della struttura, una serie di progetti delle Forze militari alleate finalizza-
ti alla sua trasformazione in ospedale, in circolo o in ristoro per le truppe.
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Lo statuto del 1940 non modificava, nella sostanza, l’articolazione e i com-
194 Regolamento adottato nel luglio dello stesso anno.
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Il direttore, il vice direttore, il ragioniere e i quattro membri provenienti dall’Arma del
genio dovevano essere nominati dal Ministero della guerra su proposta dell’Ispettorato del
Genio, mentre i due membri civili della consulta dovevano essere designati dai rispettivi
sindacati su richiesta del Ministero. Per il testo dello statuto del 1934 cfr. «Bollettino
dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio», I (1935), 1, pp. 92-93.
196 Per tale ragione l’Istituto rimaneva chiuso all’utenza esterna dal maggio 1943 al 1953.
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Che diresse l’Istituto in assenza del direttore, il gen. Clausetti, deceduto nell’aprile 1944.
198 A differenza della contigua Caserma della Marina Grazioli Lante soggetta a devastazioni
e depredazioni di materiali, arredi, carteggio, vestiario ed effetti di casermaggio.
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L’unica novità, contenuta nello statuto approvato con il r.d. 27 lug. 1940, n. 1242, era

