Page 442 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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1. L’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio
L’origine dell’Istituto si ricollega all’idea concepita nel 1886 da Luigi Durand
de La Penne, allora direttore del Genio militare a Roma, di svincolare Castel
Sant’Angelo dalla funzione di caserma, di alloggio e di carcere, cui da tempo era
adibito, per destinarlo a museo delle armi, sistemandovi il prezioso materiale
giacente nell’Arsenale di Torino. Durand de La Penne, nominato nel 1897 ispet-
tore dell’Arma del genio, per tradurre in concreto il suo progetto sceglieva come
collaboratore l’allora cap. Mariano Borgatti. Solo nel 1901 Borgatti e de La
Penne, rientrati a Roma dopo un periodo di servizio effettuato fuori dalla Capi-
tale, potevano iniziare, grazie al sostegno dei ministeri della Guerra e della Pub-
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blica istruzione, i lavori di restauro e di adattamento della Mole adriana . Nel
frattempo, però, il Municipio di Torino aveva riattato il Maschio della cittadella
e sistemato in esso il materiale che si era pensato di raccogliere a Castel Sant’An-
gelo. Svanita così la possibilità di realizzare un museo delle armi, si decideva di
creare il Museo dell’ingegneria militare italiana dandogli sede nel Mausoleo di
Adriano. Qui, a partire dal 1902, da ogni zona d’Italia iniziava a confluire mate-
riale del Genio, principalmente modelli, plastici, disegni, stampe e rappresenta-
zioni grafiche di fortificazioni e di opere militari.
Il Museo veniva ufficialmente inaugurato, nelle stanze site sull’appartamento
papale del Maschio di Castel Sant’Angelo, il 13 febbraio 1906. Sorgeva così a
Roma il primo museo militare italiano, articolato in diversi locali sistemati
secondo 6 settori: cimeli, ritratti e busti, storia della fortificazione italiana, forti-
ficazione di città, attacco e difesa, mine (1°); lavori del Genio militare per la
Marina (2°); Artiglieria, il Genio militare in Crimea nella Guerra d’indipendenza,
fortificazione campale, macchine, forni da campo e colombaie militari (3°);
Biblioteca, manoscritti, disegni di costruzioni e di fortificazioni (4°); fotografia
e telegrafia elettrica (5°); storia della telegrafia ottica, materiale da ponte, dei
lagunari e ferroviario, Aviazione (6°).
In previsione dell’Esposizione universale a Roma del 1911, tesa a solennizza-
re il cinquantesimo anniversario della sua proclamazione a capitale d’Italia, e
volendo destinare il Maschio di Castel Sant’Angelo a sede di mostre retrospetti-
ve, si stabiliva di spostare il Museo nelle casermette di Urbano VIII costruite
all’interno del pentagono di Pio IV attorno alla Mole. Con il trasferimento, avve-
nuto a febbraio, il Museo assumeva la nuova denominazione di Museo storico
del Genio militare, riconosciuto ufficialmente con regio decreto del febbraio
1911 che attribuiva al nuovo ente la finalità di custodire «la collezione» degli atti
e dei cimeli raccolti per illustrare la storia dell’Arma del genio militare. Dopo
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Lavori che portarono al recupero di alcuni affreschi degli allievi di Raffaello.

