Page 443 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  443


               l’inaugurazione solenne del Museo, avvenuta nello stesso febbraio, la sistema-
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               zione dei nuovi locali, coordinata da Borgatti, nominato direttore del Museo ,
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               rimaneva analoga a quella precedente . In aggiunta, si dava avvio alla creazione
               degli schedari d’onore per i caduti e i decorati dell’Arma e, soprattutto, alla costi-
               tuzione di un archivio per la conservazione dei documenti «storici» dell’Arma tra
               cui, grazie all’autorizzazione del Ministero della guerra, i carteggi prodotti da
               enti e reparti del Genio militare nel corso del Primo conflitto mondiale.
                  Per meglio definire e disciplinare tutte le attività del Museo, con decreto del
               capo del Governo datato 11 aprile 1929, si approvava lo statuto in cui veniva
               affermato che il fine principale dell’ente era quello di custodire le medaglie di
               bronzo al valore date ad alcune compagnie del Genio nelle guerre di indipenden-
               za, la medaglia d’oro di benemerenza concessa all’Arma per la sua azione nei
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               luoghi danneggiati dal terremoto del 28 dicembre del 1908 ; e, ancora, bandie-
               re, ritratti dei comandanti, medaglieri, cimeli, modelli, plastici, strumenti, appa-
               recchi, disegni e fotografie relativi alla storia del Genio, la biblioteca, l’archivio
               storico dell’Arma e quello del Comitato di Artiglieria e Genio.
                  Intanto, con l’approvazione del ministro della Guerra e con la collaborazione
               del Ministero della pubblica istruzione, nel maggio del 1927 si istituiva anche
               l’Istituto di architettura militare cui veniva assegnata una parte dei compiti del
               Museo storico del Genio militare. Nello specifico, al nuovo ente, con sede in
               alcuni locali dello stesso Museo, spettava la raccolta di «quanto si riferisse alla
               detta architettura [militare] nei riguardi storici ed artistici, tanto bibliografica-
               mente  che  iconograficamente,  allo  scopo  di  costituire  un  degno  monumento
               culturale a questo ramo di scienza e di attività dei nostri padri»; compito che
               doveva essere svolto tramite «acquisti da privati o dal commercio, con campagne
               di  studi  e  di  rilievi,  e  accogliendo  quanto  [poteva]  pervenirgli  da  donatori»,
               incentrando le sue ricerche su «tutti i luoghi dello Stato, delle Colonie e dei paesi
               esteri, nei quali ebbe comunque a svolgersi in tutti i tempi l’attività di nostra
               gente; tanto nel riguardo degli ingegneri che vi operarono, quanto delle costru-
               zioni che vi eressero». La direzione dell’Istituto era demandata a un direttore e a
               un consiglio direttivo, costituito da un patronato d’onore  e da consiglieri scel-
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               ti tra personalità civili o militari con particolare competenza nelle scienze stori-



               184   Nel  1911  Borgatti,  per  determinazione  del  Ministero  della  pubblica  istruzione  e  su
                  designazione del Ministero della guerra, veniva nominato anche soprintendente onorario
                  di Castel Sant’Angelo.
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                   Unica variazione l’aumento del numero dei modelli sulla storia della fortificazione italiana.
               186   A Messina e a Reggio Calabria.
               187
                   All’interno del quale si stabilì che vi fossero sempre i ministri della Guerra e dell’Educazione
                  nazionale e il direttore del Museo storico del Genio militare.
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