Page 440 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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II. I musei del Regio esercito
Per disegnare un quadro generale della politica di salvaguardia e di fruizione
delle carte realizzata dall’Esercito negli anni 1861-1945, è necessario soffermar-
ci sul ruolo attribuito ai musei cui venne sempre riconosciuta la natura di istitu-
zioni culturali. Questi erano pensati come veicoli per «tramandare» le tradizioni
della forza armata di appartenenza o dei singoli corpi, armi e specialità che la
componevano. Ciò avveniva con la «riscrittura» degli eventi e quei «racconti»
– cimeli e documenti sui «fasti» e sulle «glorie» della Forza armata – che il
«gruppo» riteneva essenziali per la creazione e la condivisione di un apparato
valoriale e di ricordi utile a definire e a tenere insieme il gruppo stesso. Una
«tradizione», funzionale ai bisogni del presente, che
aveva significato di «consegna», «insegnamento» e «narrazione». La realtà mili-
tare su cui lo Stato sabaudo aveva costruito non poche fortune era stata rappresen-
tata, trasfigurata, richiamata a garanzia di sempre nuove credenze e di conseguen-
ti visioni del mondo, piegata di volta in volta alle esigenze politiche del momento.
E l’immagine che via via ne era risultata era stata per l’appunto impugnata per
dare credibilità ad accadimenti passati e insieme per suggerire l’attualità di taluni
modelli di comportamento. Un circolo vizioso si era ormai innescato: grazie al
suo semplice meccanismo, il passato veniva riesumato, interpretato e raccontato
per orientare il presente; e il riconoscimento di alcune fisionomie del presente,
guardate come indice di persistenza, valeva a ridare «verità» al passato. | Il grande
pregio, poi, di una tradizione militare consisteva proprio nella banalità dei suoi
elementi suggestivi, nella sua facile comunicabilità: essa rammentava principî di
ordine e di disciplina, esaltava doti di coraggio e di generosità, suggeriva l’unione
nella gerarchia, stimolava l’orgoglio e il senso di appartenenza ad una comune
vicenda storica .
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L’idealizzazione degli eventi e dei loro protagonisti aveva una valida giustifica-
zione sia interna che esterna e, in parte, ricorda il processo di costruzione
dell’immaginario risorgimentale di cui furono strumento i musei del Risorgimen-
to con i loro compiti celebrativi ed educativi a supporto della legittimazione delle
istituzioni dello Stato unitario e della formazione di un consenso più ampio verso
tali istituzioni grazie, soprattutto, all’uso di tecniche espressive capaci di garan-
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w. barberis, Le armi del Principe. La tradizione militare sabauda, Torino, Einaudi, 2006
(Biblioteca Einaudi, 168), p. XIV.

