Page 438 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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            tenutosi a Oslo , e nel 1931 al VII congresso internazionale di scienze storiche,
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            svoltosi a Varsavia .
               Inoltre, l’Ufficio storico e gli Archivi di Stato portarono avanti, insieme, una
            serie di iniziative finalizzate a impedire la frammentazione degli archivi e la loro
            collocazione in sedi non idonee. In particolare, con il «ritorno» del mito risorgi-
            mentista, conseguente alla partecipazione dell’Italia alla Prima guerra mondiale,
            l’azione  dei  comitati  e  musei  risorgimentali  −  tesa  a  raccogliere  i  documenti
            riflettenti il conflitto − si fece sempre più pervasiva, diventando «concorrenzia-
            le»  con  quella  delle  amministrazioni  istituzionalmente  deputate  alla  custodia
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            degli archivi .
               Ancora, cooperarono per salvaguardare e recuperare archivi come nel caso
            delle  carte  del  Segretariato  generale  degli  affari  civili,  organo  esecutivo  del
            Comando  supremo,  costituito  nel  maggio  1915  e  sciolto  nel  1919.  Tali  carte
            erano state versate all’Archivio del Regno dall’Ufficio centrale delle nuove pro-
            vince al momento del suo trasloco da palazzo Venezia a palazzo Vicinale; invio
            effettuato, notava il Ministero dell’interno, venendo meno al preciso disposto
            dell’art. 102 del r.d. 2 ott. 1911, n. 1163, in base al quale le carte versate agli
            Archivi di Stato dovevano essere accompagnate dagli indici e dai relativi proto-
            colli nonché da un inventario firmato dal capo dell’ufficio versante. La carenza
            di personale dell’Archivio del Regno, in quella fase diretto da Eugenio Casano-
            va, rendeva assai difficile il riordinamento delle carte, particolarmente urgente
            vista la soppressione dell’Ufficio centrale delle nuove province. Così, il dicaste-
            ro dell’Interno proponeva a quello della Guerra di affidare l’incarico a un avven-
            tizio,  già  addetto  all’Ufficio  centrale  e  coordinatore  del  versamento  delle  sue
            carte, e di suddividere le spese: l’accettazione della proposta da parte dell’ammi-
            nistrazione  militare  favorì  la  preservazione  di  uno  dei  più  importanti  nuclei
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            documentari sulla Grande guerra .
               Inoltre, nel 1942, si strinse un’alleanza tra Ufficio storico e Amministrazione


            173   Il magg. Amedeo Tosti, in forza all’Ufficio storico dell’Esercito, rappresentò anche l’Uf-
               ficio storico della Marina. In ibid., fasc. «Congresso storico internazionale di Oslo, 14-18
               agosto 1928».
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                Il gruppo italiano era l’unico che comprendeva, come delegati ufficiali, appartenenti alle
               istituzioni militari: il col. Mario Roatta, per l’Ufficio storico dell’Esercito, e il cap. vasc.
               Guido Almagià, per l’Ufficio storico della Marina. Cfr. AUSSME, L 3. Studi particolari,
               b. 276 (già 279), fasc. «Il 7° congresso internazionale di scienze storiche, 1931».
            175   Si vedano, in questo volume, le pp. 498-506.
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                AUSSME, a r, b. 9, fasc. 91. Per notizie sull’archivio cfr. Archivio centrale dello Stato,
               in Guida generale degli Archivi di Stato italiani, I, Roma, Ministero per i beni culturali
               e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1981 (Pubblicazioni degli Archivi di
               Stato), p. 126.
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