Page 445 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito 445
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del 1929 e del 1930, partecipava a varie mostre, anche all’estero , e inaugurava
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nuove sale .
Nel 1933, a seguito della decisione di sistemare a parco pubblico la zona
adiacente Castel Sant’Angelo, si disponeva la demolizione del padiglione
co strui to per l’Esposizione del 1911 e delle casermette di Urbano VIII, luoghi in
cui erano conservati i cimeli, i ricordi e i documenti del Museo storico del Genio
militare e dell’Istituto di architettura militare; materiale che veniva temporanea-
mente trasferito, su decisione del Ministero della guerra, nell’ex caserma Piave,
già batteria Tevere, situata sempre a Roma in viale Angelico, in attesa di una sede
più adatta in apposito edificio da costruire nell’area del parco della Vittoria a
Monte Mario.
A causa della nuova situazione di provvisorietà, il Museo decideva di inter-
rompere l’accesso al pubblico, ma continuava a raccogliere e a riordinare cimeli
e documenti e nel 1934 partecipava, unitamente all’Istituto di architettura milita-
re italiana, alla Mostra del genio militare di Bologna, alla Mostra italiana di
strumenti di ottica allestita a Firenze e alla Mostra dell’aeronautica italiana tenu-
tasi a Milano.
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Con regio decreto del giugno 1934 , si sanciva la fusione del Museo con
l’Istituto in un unico ente che assumeva la denominazione di Istituto storico e di
cultura dell’Arma del genio, posto alle dipendenze del Ministero della guerra e,
per esso, dell’Ispettorato dell’Arma del genio. Nel luglio successivo veniva
approvato, con decreto ministeriale, lo statuto del nuovo ente al quale venivano
conferite le mansioni già spettanti al Museo storico del genio militare e quelle di
raccogliere e conservare i documenti sulla storia dell’Arma del genio, sull’archi-
tettura e sugli architetti militari; di acquisire e custodire i cimeli e i ricordi delle
più nobili gesta dell’Arma del genio sia in guerra che in pace; di preparare ed
esporre al pubblico rappresentazioni plastiche e iconografiche delle specifiche
attività del Genio militare di carattere non riservato, con finalità propagandisti-
che, miratamente indirizzate alle scolaresche e alle organizzazioni culturali gio-
vanili create dal regime fascista; di provvedere alla pubblicazione di un notizia-
rio per diffondere la conoscenza sulle iniziative dell’Istituto; di cooperare, con
enti militari e civili, alla divulgazione degli studi di architettura militare. La
precisa individuazione delle procedure di funzionamento dell’Istituto veniva
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Come, su invito del Consiglio nazionale delle ricerche, la Mostra italiana delle scienze
organizzata a Chicago nel 1932.
192 La sala dedicata ai decorati e ai morti in guerra dell’Arma; la sala dedicata ai monumenti
costruiti in ricordo dei caduti del Genio militare o eretti da suoi ufficiali e soldati; la
sezione sulle opere presenti all’estero costruite da architetti e ingegneri militari italiani.
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«Bollettino dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio», I (1935), 1, pp. 91-92.

