Page 55 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito 55
I. Un quadro generale:
ordinamento, comandi e organizzazione territoriale
1. L’ordinamento
Il Regio esercito era caratterizzato da due differenti e ben distinte organizza-
zioni, quella di guerra e quella di pace, che avevano compiti diversi pur mirando
all’unico fine della difesa del Paese in caso di guerra. La prima organizzazione
era costituita dalle unità di «campagna» che, all’atto della mobilitazione, lascia-
vano le proprie sedi per raggiungere la zona di radunata. La seconda era compo-
sta da tutti gli enti che restavano nel Paese per concorrere alla difesa del territorio
dello Stato (con esclusione delle frontiere), per rifornire di forze e mezzi l’Eser-
cito di campagna e per «alimentare la guerra», in altre parole per fare in modo
che le operazioni belliche potessero continuare e non si dovesse essere costretti a
interromperle a causa dell’inaridimento delle risorse.
L’ordinamento di pace, quindi, doveva rispondere non solo alle esigenze del
tempo di pace ma, attraverso la mobilitazione, anche a quelle del tempo di guer-
ra. Il suo obiettivo era quello di avere sempre nuclei opportunamente adeguati
e preparati per costituire le unità da formare all’atto di mobilitazione. I nuclei
di inquadramento (le unità di pace) erano indispensabili per raccogliere in unità
efficienti, dal lato sia morale che tecnico, la «massa» del personale richiamato dal
congedo o i militari chiamati per la prima volta alle armi.
L’intelaiatura dell’Esercito di pace era pertanto stabilita in rapporto alle uni-
tà di guerra: doveva avere, all’atto della mobilitazione, l’attitudine a inquadrare
rapidamente, ordinatamente, efficacemente e senza eterogeneità fra loro, tutte le
forze nazionali e doveva essere accompagnata da sistemi tali da consentire, sin
dall’inizio della guerra e là dove era necessario, il massimo sforzo militare.
Le unità, nel numero contemplato dai vari ordinamenti di pace, oltre a dover
rispondere, come detto, ai bisogni della mobilitazione, dovevano avere, anche
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in tempo di pace, una conveniente «forza» (numero di militari) per svolgere
un’efficace istruzione dei reparti, per assicurare il compito della copertura alla
frontiera e per far fronte a eventuali bisogni di carattere straordinario all’interno
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Per le varie specifiche attribuite al termine «forza» cfr. Ministero della Guerra, CoMando
del CorPo di stato MaGGiore, 2604. Nomenclatore organico-tattico-logistico, Roma, Ti-
pografia regionale, 1936, pp. 11-14; id., N. 3355. Nomenclatore organico-tattico-logistico,
Roma, Istituto poligrafico dello Stato, Libreria, 1938, pp. 20-22. Cfr. anche voci in r. bu-
setto, il dizionario militare. Dizionario enciclopedico del lessico militare, Bologna, Zani-
chelli, 2004, pp. 348-349.

