Page 58 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Milizia volontaria per la sicurezza nazionale .
2. L’esercizio della funzione di «comando»
La nostra panoramica generale, di carattere orientativo, prosegue con l’esame
di un altro elemento collegato all’ordinamento dell’Esercito in tempo di pace,
quello relativo al suo comando, su cui torneremo con maggior dettaglio nel corso
di questa prima parte. Prendendo sempre come periodizzazione «campione» gli
anni Trenta del Novecento, le funzioni di comando erano attribuite, con diversi
litari a cinque punte, segno distintivo dei corpi armati designati a concorrere, in caso di
guerra, alla difesa del Paese con propri reparti mobilitati. In tempo di pace, pur non aven-
do lo stato giuridico militare, i suoi uomini sono sottoposti alla giurisdizione militare e a
un regime disciplinare mutuato soprattutto da quello vigente per l’Esercito. Tra il 1908 e
il 1914 si completa l’inserimento del Corpo nelle Forze armate, prima con l’estensione al
suo personale della disciplina militare dell’Esercito e poi con la concessione della bandie-
ra di guerra. Per la storia del Corpo cfr. La Guardia di finanza nelle operazioni militari, s.l.
[Roma?], Comando generale della Guardia di finanza, 1977; P. MeCCariello, La Guardia
di finanza nella Seconda guerra mondiale, 1940-1945, Roma, Museo storico della Guar-
dia di finanza, 1992, voll. 2; La Guardia di finanza. Due secoli di storia, Roma, Editalia,
1993; La Guardia di finanza dalle origini ad oggi, Roma, Editalia, 2003; P. MeCCariello,
Storia della Guardia di finanza, s.l. [Grassona, Bagno a Ripoli], Le Monnier, s.d. [2003];
l. luCiani-G. severino, Il Comando generale della Guardia di finanza nel primo secolo di
attività, Roma, Ente editoriale per il Corpo della Guardia di finanza, 2006.
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La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN), istituita nel 1923 in seguito alla
trasformazione in forza armata delle squadre d’azione del Partito nazionale fascista, rap-
presentò, dal punto di vista militare, un elemento integratore del Regio esercito ed ebbe il
suo «debutto bellico» a metà degli anni Venti in Africa settentrionale quando alcune legio-
ni di camicie nere vennero utilizzate nella repressione delle tribù che si opponevano al do-
minio coloniale italiano. In generale i compiti assegnati alla Milizia e, in parte, ad alcune
delle sue specialità istituite dal 1924, erano compiti di ordine pubblico (in concorso con
l’Esercito e con i corpi della pubblica sicurezza), compiti politici (tramite gli uffici d’in-
vestigazione politica), compiti di vigilanza alla frontiera (con reparti confinari) e compiti
militari differenziati in tempo di pace (istruzione postmilitare e corsi allievi ufficiali uni-
versitari che preparavano per i quadri dell’Esercito le camicie nere studenti universitari e
futuri ufficiali di complemento) e in tempo di guerra (ad esempio, costituzione battaglio-
ni CCNN, della Milizia contraerei per la difesa contraerea territoriale e della Milizia arti-
glieria marittima). Cfr. v. vernè, MVSN. Storia, organizzazione, compiti, impiego, Napoli,
Tip. Zaccaria, 1932; s. foderaro, La Milizia volontaria e le sue specialità. Ordinamento
giuridico, Padova, Cedam, 1939; e. luCas-G. de veCChi, Storia delle unità combatten-
ti della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, 1923-1943, Roma, G. Volpe, s.d.
[1976]; a. rossi, Le guerre delle Camicie Nere. La Milizia fascista dalla guerra mondiale
alla guerra civile, con prefazione di G. roChat, Pisa, BFS Edizioni, 2004 (Biblioteca di
cultura storica, 26); s. reiChardt, Camicie nere, camicie brune. Milizie fasciste in Italia e
in Germania, traduzione di u. Gandini, Bologna, il Mulino, 2009 (Biblioteca storica).

