Page 124 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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ternative, come in quello in linea. Il che implica un curioso   un semplice gomito uscente dal cilindro, lasciando perciò
               imbiellamento: una sola grande biella, definita madre, l’u-  intuire il terribile rumore prodotto durante  il funziona-
               nica imperniata mediante le tradizionali bronzine intorno   mento mancando ogni silenziatore. Nonostante tutto, i
               all’unico bottone di manovella, recante sulla corona le sedi   vantaggi derivanti dalla semplicità del motore rotativo fu-
               dei perni di tutte le altre bielle, definite biellette. Queste,   rono molteplici, tra cui l’assenza di vibrazioni sin dall’av-
               il cui numero é pari a quello dei pistoni meno uno, sono   viamento,  soppresse  dall’inerzia  della  sua  massa  rotante
               simili alla madre nella parte superiore ma vistosamente mi-  ma, paradossalmente proprio quel pregio divenne presto
               nori nell’inferiore, dovendosi adattare a perni di diametro   il suo peggior difetto. La massa rotante del motore, infatti,
               molto più piccolo di quello del bottone di manovella. Il   si trasformava in un grande giroscopio che rendeva più
               collegamento biella madre-biellette è considerato mecca-  arduo governare l’aereo, tendendo a mantenere con una
               nicamente scorretto, dal momento che i rispettivi centri di   certa rigidità la rotta coincidente con la direzione dell’al-
               rotazione non coincidono, a detrimento del rendimento   bero motore! La stretta simbiosi mutualistica instauratasi
               del motore. La deficienza, tuttavia, specialmente nei moto-  immediatamente fra il motore rotativo e l’aereo, soprattut-
               ri rotativi, per i ricordati vantaggi fu sin dall’esordio ritenu-  to da caccia, scaturiva oltre che dai suoi numerosi vantaggi
               ta trascurabile. Quanto alle valvole la soluzione abituale fu   meccanici anche dalla sua minore vulnerabilità, connota-
               di comandarle con un tamburo ad eccentrici collocato nel   zione sicuramente apprezzata e ricercata in una macchina
               carter, fatto però girare a velocità ridotta rispetto allo stesso   da guerra. Il motore rotativo si dimostrò sempre coriaceo
               o dell’albero motore da un’apposita coppia d’ingranaggi.   e resistente nei combattimenti, al punto che persino con
                 Sebbene, come accennato, a prima vista appaia difficile   un cilindro danneggiato dal fuoco avversario, continuava
               distinguere un motore stellare da uno rotativo, in realtà   in genere a funzionare, grazie alla sua notevole inerzia e all’
               le differenze sono numerose e significative. Tanto per co-  alimentazione indipendente dei restanti.
               minciare mancano nel secondo i cavi per la distribuzione   Con l’adozione della sovralimentazione, che non pote-
               dell’alta tensione alle candele, bastando che queste, giran-  va distribuirsi a tutti i cilindri tramite un’unica condotta
               do insieme ai rispettivi cilindri, ne sfiorassero la sorgen-  come nei motori in linea, ma richiedeva uno smistamento
               te. Mancavano pure, nei modelli più arcaici i condotti di
               alimentazione, sostituiti da circuiti interni, di varia com-  Sotto e nella pagina a fianco: disegni tecnici e schema di funziona-
               plessità. Persino embrionale lo scarico dei gas, ridotto ad   mento del motore radiale Siemens-Halsker Sh.III.








































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