Page 162 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
P. 162

sollevarsi, restando in aria per una decina di secondi: è
               considerato un supporto tattico interessante, ma per la sua
               estrema pericolosità non ha avuto un concreto utilizzo.
                 Stando alle fonti disponibili, sulla cui attendibilità è le-
               cito nutrire qualche dubbio, tra le quali in particolare le
               memorie del viaggiatore ottomano Evliya Celebi, 1611-
               1682, relative al biennio 1630-32, il dotto Hezarfen Ah-
               met Ceelebi riuscì con delle ali posticce, forse nel loro
               insieme simili a un deltaplano o a un parapendio, a supe-
               rare il Bosforo dopo essersi lanciato dalla Torre di Galata
               ed aver effettuata una planata di circa 3 km, ad atterrare
               illeso. Considerando che l’altezza del punto di partenza
               era di 62 m, non è improbabile che con condizioni meteo
               propizie l’impresa sia realmente riuscita. Più controver-
               sa, invece, la prestazione del fratello Lagari Hasan Celebi
               che si proiettò in aria racchiuso in una gabbia, una sorta
               di capsula conica, grazie alla spinta prodotta dall’esplo-
               sione di circa 60 kg di polvere pirica, distribuita in sette
               razzi propulsori. Il rientro, stando sempre alla stessa fon-
               te, fu in realtà un ammaraggio, reso abbastanza morbido
               per l’impiego di ali posticce, verosimilmente analoghe a
               dei piccoli paracadute. Il sultano ricompensò l’audace
               con un premio in denaro e con una onorevole ammissio-
               ne nel suo esercito.



               L’esordio del motore a reazione

                 L’aereo quale che fosse il motore che azionava l’elica
               funzionava per la reazione che la stessa produceva sull’a-
               ria, per cui non occorse molto tempo per iniziare a ragio-
               nare in termini di propulsione direttamente a reazione. In
               altri termini il motore, se ancora aveva un senso dargli tale
               definizione, avrebbe dovuto fornire direttamente la spinta
               per reazione dei gas fatti violentemente espandere al suo
               interno dal calore e quindi espulsi ad alta velocità da un
               apposito ugello di scarico. Il ragionamento semplice con-
               cettualmente, e sostanzialmente noto come a in preceden-
               za ricordato con la palla a vento di Erone, implicava per
               trasformarsi in realtà concreta ed utilizzabile, la soluzione
               di un gran numero di complessi problemi.
                 Primo fra tutti la tipologia di propellente, solido o liqui-
               do, da adottare: in seguito all’esperienza sui razzi il primo
               sembrava di gran lunga il più semplice, ma aveva un gra-
               vissimo difetto che lo fece presto scartare. Il razzo veniva
               spinto dalla combustione di una carica composta di com-
               bustibile e comburente che avvenendo, però, ad altissima   Dall’alto: la Torre di Galata ad Instanbul; il francobollo commemo-
               velocità, enormemente superiore a quella che l’aereo po-  rativo dell’impresa di Hezarfen Ahmet Ceelebi e lo schema del volo
               teva raggiungere, finiva per rendere insignificante il rendi-  di oltre 3 km.





               1 6 2          IL SOGNO DEL VOLO
   157   158   159   160   161   162   163   164   165   166   167