Page 163 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
P. 163

mento. Si optò allora per i propulsori a reazione alimentati
               a carburante liquido, sia in maniera diretta che mista, detti
               pure ad aria calda o, più precisamente, a getto, od anche
               termopropulsori. In essi il comburente, invece di essere
               trasportato insieme al combustibile dal propulsore, veniva
               prelevato dall’aria circostante, come in un motore tradi-
               zionale. Fra i diversi tipi di tali propulsori, vanno ricordati:


               a)  un propulsore a reazione diretta, funzionante mediante
                   un processo aereodinamico e termodinamico, in cui il
                   comburente era prelevato dall’atmosfera grazie alla ve-
                   locità del mezzo e compresso tramite opportune prese
                   dinamiche anteriori, a tubo Venturi. Pertanto il riscalda-
                   mento necessario per l’incremento di volume si otteneva
                   in una adeguata camera di combustione, in cui s’inietta-
                   va benzina o nafta. I gas prodotti dalla loro combustione
                   di volume ed energia cinetica di gran lunga superiori alle
                   iniziali, venivano scaricati all’esterno tramite un ugello,
                   imprimendo così la spinta di reazione.


               b)  un propulsore a reazione mista, una sorta i sintesi fra
                   la propulsione indiretta del motore-elica e quella diret-
                   ta del getto d’aria rovente. In esso l’aria era prelevata
                   dall’atmosfera come nel caso precedente, ma compres-
                   sa mediante un compressore elicoidale mosso da un
                   motore a benzina. Il riscaldamento dell’aria compressa
                   si otteneva sfruttando sia il calore dei gas di scarico
                   dello scappamento del motore a benzina, che del suo
                   circuito di raffreddamento.

               c)  un propulsore a reazione mista, come il precedente
                   con la differenza che ad azionare il compressore prov-
                   vedeva un turbo-generatore a vapore a caldaia rotante
                   a ciclo chiuso, oppure in alternativa  da una turbina
                   azionata dai gas di scarico della camera di combustio-
                   ne prima di essere espulsi dall’ugello.



               Il Caproni-Campini

                 Quale che ne fosse la tipologia nessuno dei propulso-
               ri brevemente accennati, era in grado di far muovere un
               mezzo avendo bisogno per funzionare di una sua discre-
               ta velocità. La soluzione del problema si deve agli studi
               dell’ingegner Secondo Campini culminati in un brevetto
               del 1932. Il suo motore in realtà non può considerarsi un
               reattore  nel  vero  senso  della  parola:  all’interno  del  suo   In alto: schemi di funzionamento di tre diverse tipologie di motore a
               tubo stava, infatti, alloggiato un motore alternativo per   reazione.
               far girare un compressore elicoidale che immetteva l’aria   Sopra: l’ingegner Secondo Campini.




                                                                                                       capitolo quinto          1 6 3
   158   159   160   161   162   163   164   165   166   167   168