Page 159 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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A partire dalla metà del XIII secolo, dunque, quei razzi
non costituivano più un fenomeno per nessuno, essendo
già da alcuni decenni, impiegati negli investimenti ossi-
dionali, come ad esempio nelle guerre in Toscana a partire
dal 1230. Ulteriori notizie sui razzi, se non più attendibili
senza dubbio più dettagliate, sono relative al 1379, allor-
quando i Padovani ne lanciarono in gran numero contro
la città di Mestre. Da quel momento l’impiego di razzi
bellici non soffrì più soluzioni di continuità, con un co-
stante perfezionamento degli ordigni. Ovviamente il loro
diffondersi ne aveva reso evidente a chiunque la violen-
ta spinta propulsiva, lasciandone prefigurare l’impiego
come motori persino nei veicoli terrestri. Nei taccuini di
vari ingegneri del rinascimento, ed anche in alcuni disegni
di Leonardo, compaiono infatti razzi applicati ai cerchioni
delle ruote di carri, o direttamente agli stessi. Si giunse
pure a costruire improbabili navicelle aeree, sollevate da
batterie di razzi, e qualcuno nel provarle ci rimise la pelle!
Il razzo a più stadi
Nel 1529, tuttavia, mentre a Firenze Michelangelo si
prodigava a proteggere con le balle di lana e materassi il
campanile di S. Miniato dai colpi delle artiglierie imperia-
li, nella città di Sibiu in Romania, un grande razzo a due
stadi si sollevò da terra, dinanzi ad una miriade di spet-
tatori sbalorditi come ci ha tramandato un manoscritto
solo di recente scoperto. Il manoscritto che descriveva
nel 1529 a Sibiu, un razzo a tre stadi, infatti, è stato sco-
perto nei primi anni ‘60 del secolo scorso, per l’esattezza
nel ’62, dallo studioso Doru-Dimitrie Todericiu, fuggito rad Haas, 1509-1576, che da un certo periodo in poi della
successivamente in Francia dopo avere pubblicato un sua vita fu a capo dell’Arsenale di Sibiu, in molti fogli di
volume su quella sua scoperta. Volume però che per ot- quello straordinario codice si dilunga a descrivere sia la
tusa conseguenza della emigrazione fu subito ritirato e costruzione che il funzionamento di quei razzi multistadi,
distrutto dal regime comunista di Ceausescu. Nel 2002, nonché le prove degli stessi effettuate pubblicamente. Di
tuttavia il volume è stato ripubblicato, sebbene in una lui si ricorda la qualifica di maestro artigliere, al servizio
preziosa edizione per bibliofili di appena a 15 copie, e dell’imperatore Ferdinando I ed il suo trascorso militare
solo di recente è tornato accessibile al pubblico. Il pro- nella difesa di Vienna assediata dai Turchi nel 1529.
fessor Todericiu ricordando la scoperta del manoscritto Un paio di decenni dopo, per l’esattezza nel 1555, Haas
precisò che vide in maniera casuale nei suoi fogli alcuni progetta e costruisce un altro razzo, questa volta a tre
disegni che raffigurano un razzo a tre stadi: “mi sono ri- stadi: consta di un tubo involucro di metallo, terminante
trovato così con le prime immagini conosciute finora di con una ogiva conica, all’interno del quale sono colloca-
un razzo a più stadi col relativo dispositivo di accensione ti, uno sopra l’altro, tre grossi endoreattori, terminanti, a
progressiva…” . Il suo autore, l’ingegnere militare Con- loro volta, con tre ugelli gasdinamici. Il loro diametro è
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8 La citazione è tratta da D. D. TODERICIU, Preistoria Rachetei In alto e nella pagina seguente: illustrazioni tratte dai codici di Con-
Moderne. Manuscrisul de la Sibiu 1529-1569), Bucarest 1969. rad Haas, relative a studi sui razzi.
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