Page 40 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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pria forza o, più probabilmente, della debolezza imperiale, Piazza Armerina) posti rispettivamente agli ordini di ric-
calarono pochi decenni dopo in profondità nella Penisola chi possidenti e di agiati commercianti. Le ville rustiche
agli ordini di un capo bellicoso e senza dubbio carismatico, divennero altrettanti capisaldi fortificati e i borghi mura-
Alarico (370-410), e nel 410 ebbero facilmente ragione delle ti piccole piazzeforti. Il costo sempre rilevante delle armi
Mura Aureliane, conquistando la mitica Roma. suggerì a quelle estemporanee formazioni paramilitari di
Al di là dell’impatto emotivo, senza dubbio traumatico, crearne di inedite, accentuando la letalità degli attrezzi da
stando alle analisi storiche meno retoriche, il saccheggio lavoro e aggirando in tal modo la proibizione della deten-
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non si dimostrò particolarmente efferato e distruttivo. zione di quelle propriamente dette. Dapprima si utilizza-
Forse per un residuo timore reverenziale suscitato dall’im- rono senza alcuna modifica i normali attrezzi agricoli quali
mensa città e dalla sua raffinata cultura, forse per il mi- falcioni, roncole, forconi e scuri, tutti già abbastanza letali
raggio di poter in qualche modo entrare a farne parte, e se usati in maniera energica contro altri uomini. In segui-
non in veste di servi, forse per qualche oscuro presagio, di to, però, li si modificò per meglio adeguarli allo scopo e,
certo i pochi giorni di occupazione non produssero signi- in diversi casi, quelle approssimate armi si rivelarono tal-
ficative devastazioni e stragi. In ogni caso, per:«i Romani, mente efficaci ed economiche da entrare a far parte degli
che avevano perso i diritti e ogni capacità di difendersi, fu- equipaggiamenti militari d’ordinanza, non solo coevi ma
rono tre giorni senza fine. […][mentre] a portata di mano persino futuri, sopravvivendo e restando in uso, sia pure
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per i soldati di Alarico, c’era tutta l’Italia meridionale.» con lievi adeguamenti, in alcuni casi fino alla Prima guerra
È difficile osservando oggi l’ampio letto biancheggiante mondiale. Fu questa, ad esempio, l’origine della micidiale
e riarso del Busento, immaginare quale acqua i Goti ab- mazza ferrata, un semplice bastone chiodato, o dell’alabar-
biano dovuto deviare per scavarvi la tomba del loro re: la da, scaturita dall’assemblaggio di ascia e punteruolo mon-
tradizione non lo dice e la leggenda è divenuta certezza tati su una lunga asta, tipica della Guardia Svizzera.
storica. L’avventura per Alarico comunque finì lì: si spense Usciamo dal generico per tentare una sia pur schematica
stroncato dalla peste, o forse dalla dissenteria, nella torri- suddivisione tipologica delle armi rustiche, oggi accumunate
da estate calabrese, pochi mesi dopo l’epica conquista che sotto l’etichetta di armi improprie, applicata a qualsiasi uten-
segnò la conclusione di un’epoca. sile o attrezzo allorquando lo si utilizzi per ferire o uccide-
re. Vastissimo il repertorio andando dal comune coltello da
cucina all’umile giravite, dal martello ai ferri da calza! Nel
1.6. Le armi rustiche passato, ovviamente, la gamma era minore sebbene, per la
preminenza delle armi bianche, all’occorrenza ogni attrezzo
La comparsa di fortificazioni permanenti di matrice ci- si mutava facilmente in un’arma, la cui letalità era esaltata
vile e non più esclusivamente militare, dal punto di vista dall’essere impiegata dall’alto di spesse mura. Questa, a gran-
giuridico, testimonia l’avvento di una sorta di delega, tacita di linee, la breve descrizioni delle armi rustiche più diffuse. 13
e implicita, da parte del potere centrale alla difesa privata
in armi. In definitiva una variante all’ingrosso dell’attuale Armi da lancio
porto d’armi, facoltà mai tollerata prima né consentita in
epoca contemporanea – salvo rare e brevi parentesi – per La fionda
la sua rischiosa discrezionalità. Dal punto di vista stori- La fionda, sotto il profilo storico, fu l’arma precipua delle
co, la necessità di adottare lungo i limes una difesa elastica etnie nomadi e delle società pastorali consentendo, con op-
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implicò che la sopravvivenza di tutti i nuclei abitati, dalla portuni e ben aggiustati tiri, di ricondurre gli animali riottosi
masseria al borgo, fosse affidata alla loro capacita di resi- nel branco. Gli Assiri inquadrarono i frombolieri in appositi
stenza nell’attesa dell’esercito, finendo così per assumere
i connotati ibridi di inusitate ville-fortezze e paesi murati,
con braccianti e artigiani inquadrati in eserciti contadini 13 F. RUSSO, La difesa delegata. Ragguaglio storico sulla difesa civile arma-
e milizie borghesi (come si coglie persino nei mosaici di ta in Italia, Ufficio Storico SME, Roma 1995, pp. 59-67.
14 Per approfondimenti V.L. GROTTANELLI, Ethonologica l’uomo e la
civiltà, Edizioni Labor, Milano 1965, pp. 166-70.
11 R. FOLZ, et.al.,Origine e formazione dell’Europa Medievale, Laterza, Nella pagina a fianco, in alto: Colonna Traiana; postazione difensiva del
Bari 1975, pp. 33-35. nuovo scorpione di Traiano.
12 H. SCHREIBER, I Goti, Garzanti, Milano 1981, pp.170-171. Nella pagina a fianco, sotto: proietti plumbei per fionde.
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