Page 453 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 453
L’estate del 1943
Nel corso dell’estate le operazioni mantennero lo stesso andamento interessando soprat-
tutto la Dalmazia e la parte più meridionale della Slovenia, ma con un’intensità minore che
nei mesi precedenti. Gli effetti delle operazioni Weiss e Schwarz si facevano ancora sentire
e gli eventi del 25 luglio, insieme con l’invasione della Sicilia e la crescente minaccia al
territorio nazionale, portarono i comandi italiani ad assumere un atteggiamento di attesa
e ad evitare iniziativa di vasta portata. Del resto la consistenza delle forze dipendenti dal
Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, che in aprile era passato dalle dipendenze
del Comando Supremo a quelle dello stato maggiore del Regio Esercito e il 15 maggio ave-
va riassunto la denominazione di Comando 2ª Armata, si stava riducendo con il rientro in
Italia di qualche divisione. Il riposizionamento dell’intero dispositivo, iniziato in primavera
con il ritiro dalla Croazia e proseguito in giugno con il passaggio della regione di Mostar
sotto controllo tedesco, condizionava a sua volta l’attività operativa e, insieme al successivo
ingresso di altre unità germaniche nella regione Lubiana-Postumia, avrebbe reso più diffici-
le la situazione delle unità italiane all’atto dell’armistizio dell’8 settembre.
Nel frattempo le formazioni partigiane comuniste di Tito si riorganizzarono, spostan-
dosi da una zona all’altra e continuando a far sentire la loro presenza con attacchi ai presidi
più isolati e azioni di sabotaggio e di disturbo contro le vie di comunicazione stradali e fer-
roviarie. L’attività aerea si mantenne quindi sempre su livelli significativi, pur senza toccare i
livelli raggiunti nella primavera. Le relazioni relative ai mesi di luglio e agosto non sono di-
sponibili, probabilmente perdute nei giorni dell’armistizio, ma nella sostanza furono ripro-
poste le modalità d’intervento ormai consuete e anche le zone d’operazioni erano ben note
agli equipaggi. Per quel periodo valgono quindi le parole che il generale Robotti scrisse in
una relazione inviata in maggio allo stato maggiore della Regia Aeronautica, riassumendo in
modo efficace i lineamenti essenziali dell’azione svolta dai reparti aerei posti alle sue dipen-
denze per la lotta anti partigiana e sottolineando come l’impiego del mezzo aereo fosse stato
attuato al di fuori degli schemi convenzionali, in modo fortemente integrato con l’azione
dei reparti dell’esercito: “I criteri secondo i quali è stato fatto l’impiego di questa aviazione,
esulano dalle strettoie della norma per adattarsi via via alla fisionomia che il combattimento
qui di volta in volta assume in relazione al nemico, al suo numero, al suo armamento, al
terreno difficile, intricato, insidioso soprattutto per i velivoli che devono spesso, per vedere
e colpire, seguirne le valli anguste, sfiorando ondulazioni e costoni, ove si nasconde l’insidia
delle mitragliatrici” 1018 . La reazione contraerea rimaneva sempre una minaccia, nonostante
fosse sviluppata con armi di piccolo calibro, e il 31 luglio a farne le spese fu un Ca.314 della
119ª squadriglia di Altura di Pola, abbattuto tra Josipdol e Ostarije 1019 . All’inizio di settem-
1018 Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni, attività aviazione Slovenia-Dalmazia, tel. n. 7834 del 14
maggio 1943, AUSSMA.
1019 Comando Aviazione Slovenia-Dalmazia, fonogramma amano del 1° agosto 1943, AUSSMA. I cor-
pi dell’equipaggio (sottotenente osservatore Gian Battista Di Cesare, sergente maggiore pilota Gae-
tano Izzo, 1° aviere radiotelegrafista Vincenzo Rosso, aviere scelto motorista Renato Chiari) furono
recuperati dalle truppe della divisione “Macerata”.

