Page 448 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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448 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
dell’azione si spostò ancora in Montenegro: sbloccato il 5 maggio il presidio di Foca, dove
il battaglione alpini “Aosta” aveva resistito per settimane all’assedio, il giorno 14 ebbe inizio
l’operazione Schwarz, con l’obiettivo di eliminare le forze partigiane concentrate intorno al
Monte Durmitor. Questo ciclo operativo si sarebbe protratto fino al 17 giugno e vi presero
parte divisioni tedesche e croate, un reggimento bulgaro, e per gli italiani i corpi d’armata
VI e XIV, il primo con il compito di sbarrare il confine con l’Erzegovina, il secondo chia-
mato a serrare da sud la morsa sulle formazioni titine, sbarrando nel contempo la strada per
l’Albania 1009 . L’appoggio aereo fu assicurato dalle squadriglie di Mostar impegnate a loca-
lizzare e ad attaccare le brigate partigiane che, dopo aver tentato inutilmente di sfondare in
direzione dell’Albania, si erano raggruppate nella regione del Durmitor per cercare scampo
verso nordovest, filtrando attraverso le maglie del dispositivo croato tra Gacko e Foca. Le
zone di intervento furono dunque comprese in quest’area e tra Niksic e Savnik, località
conquistata il 5 giugno dalla divisione “Ferrara”.
In maggio in tutto il territorio di competenza del Comando Aviazione Slovenia-Dal-
mazia i velivoli colpiti furono 24, ma nessuno venne abbattuto e non si ebbero perdite tra
il personale. L’efficienza si manteneva buona per il BR.20 e per il Ca.314, che cominciava a
entrare in azione, mentre più critica era la situazione del CR.42, una linea di volo costituita
da macchine logore e per la quale non c’erano specialisti qualificati in numero sufficiente.
Riprendeva intanto l’avvicendamento dei reparti da osservazione aerea e a partire dal 22
maggio la 120ª squadriglia rimpatriò, sostituita a Mostar dalla 33ª montata su Ca.314.
Il 15 giugno una pattuglia composta da elementi delle divisioni “Ferrara”, “Venezia” e
“Taurinense” issava il tricolore sulla vetta del Durmitor e due giorni dopo si conclusero le
operazioni sul territorio del Montenegro. Quanto restava delle formazioni partigiane, non
potendo trovare scampo in Erzegovina il cui confine era sbarrato dalle divisioni “Murge”
e “Marche”, si diresse verso la parte centrale della Bosnia, superando a prezzo di pesanti
perdite gli sbarramenti predisposti dalle truppe tedesche e croate tra i fiumi Piva, Drina
e Sutjeska. I velivoli di stanza a Mostar cooperarono attivamente a questa fase conclusiva
dell’operazione Schwarz, che interessò anche l’area di Metkovic con le azioni di rastrella-
mento condotte dalla divisione “Messina” (VI Corpo d’Armata). Quel mese di giugno vide
peraltro un’intensa attività di volo su tutto il territorio della 2ª Armata, in particolare in
funzione delle operazioni di rastrellamento e di contrasto al movimento partigiano condot-
te dall’XI Corpo d’Armata nella zona di Senturje, dalla divisione “Lombardia” (V Corpo
d’Armata) a sud dei Gorianci e a cavallo della ferrovia Sussak-Ogulin-Karlovac, dalle trup-
pe croate tra Gospic e Carlopago, dalla divisione “Zara” verso Knin e Kistanje, contro le
bande provenienti dalla Bosnia e dal Montenegro, dalla divisione “Bergamo” (XVIII Corpo
d’Armata) nella regione di Sebenico. Inoltre furono bombardati diversi centri abitati utiliz-
zati dai partigiani quali basi logistiche, come Zabljak, (2 giugno), Gradac (8 e 10 giugno),
Zagvozd (20 giugno), Zaselac (21 giugno). Soprattutto in Dalmazia e nella Lika, nel settore
1009 Le forze tedesche comprendevano la 7ª divisione da Montagna SS Prinz Eugen, la 1ª divisione da
montagna, la 369ª divisione fanteria, la 118ª divisione cacciatori, un reggimento della 104ª divisio-
ne e elementi del reggimento Brandenburg.
Capitolo quarto

