Page 446 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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ritirata o assalivano le posizioni sulle quali gli insorti si erano attestati a difesa, con risultati
spesso risolutivi in particolare nella zona di Gacko e nel circondario di Nevesinje, nel ter-
ritorio del VI Corpo d’Armata. Ancora una volta i CR.42 si dimostrarono molto efficaci
nell’attaccare a volo radente nidi di mitragliatrici e piccoli nuclei di tiratori annidati nelle
pieghe del terreno, ma nel complesso tutte le squadriglie agirono all’insegna della massima
aderenza con le forze di terra e il livello di cooperazione fu soddisfacente anche con le bande
M.V.A.C., superando le difficoltà nelle comunicazioni che si erano avute in passato con
questi reparti. Spesso, dopo essere decollati senza avere un quadro chiaro della situazione,
gli equipaggi furono guidati sull’obiettivo dalle segnalazioni da terra, e questo si verificò
puntualmente, e sempre con buoni risultati, anche durante le operazioni di alleggerimento
a favore del presidio di Foca, in Montenegro, circondato e sottoposto a una forte pressione.
Se il Montenegro e la Bosnia Orientale rappresentarono l’area di intervento delle squa-
driglie di Mostar, i reparti dell’aeroraggruppamento di Zara svilupparono la loro azione,
anche in questo caso a carattere spiccatamente offensivo, nel settore del V Corpo d’Armata,
fra Tribanj, Lovinac, Korenica e Segna, durante l’avvicendamento tra truppe italiane e cro-
ate nella regione della Lika, e in quello del XVIII, nel corso dei rastrellamenti a largo raggio
che chiusero la seconda fase dell’operazione Weiss interessando l’area di Mosec, Lecevica,
Sralog e Radusic. Anche le missioni di scorta ad autocolonne tra Spalato e Sebenico e di
sorveglianza sulla linea ferroviaria Gracac-Knin richiesero un notevole impegno a queste
squadriglie, e così pure il rispondere alle richieste di appoggio aereo della divisione “Sassari”
tra Plavno, Strmica, Srb, Gracac e tra Spalato e Almissa. Meno intensa fu l’attività svolta
dall’aeroraggruppamento di Altura di Pola, chiamato comunque a intervenire durante tut-
to l’arco del mese con missioni di ricognizione e di bombardamento nella valle del Kupa,
a favore dei presidi di Ogulin, Vrbovsko e Josipdol, nel territorio del V Corpo d’Armata.
A dimostrare l’importanza delle missioni di attacco al suolo nell’aprile del 1943 sta il fatto
che l’82 per cento delle 635 sortite, pari a oltre 908 ore di volo, totalizzate dal Comando
Aviazione Slovenia-Dalmazia, fu dedicato al bombardamento, allo spezzonamento e al mi-
tragliamento. La prontezza con cui furono sempre sbloccati i presidi isolati trova conferma
nella percentuale irrisoria di sortite di aerorifornimento, soltanto 5, pari allo 0,7 per cento,
mentre tutto il resto fu assorbito dalla ricognizione e dal collegamento 1007 .
Il tema dell’aerorifornimento non fu però accantonato, dal momento che il problema
restava comunque d’attualità, e gli fu dedicato un intero capitolo della circolare n. 3 CL
dell’Intendenza del Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, diramata il 1° maggio
con distribuzione estesa fino ai comandi di reggimento. Gli aeroporti dai quali potevano
partire missioni di rifornimento per i presidi isolati erano individuati in quelli Gorizia, per
i corpi d’armata V e XI, Zara-Zemonico per il V e il XVIII, Mostar, per il VI e il XVIII,
con la possibilità di utilizzare anche Lubiana per l’XI. Le richieste dovevano essere inoltrate
all’ufficio operazioni di Supersloda, che avrebbe provveduto ad attivare l’Intendenza, e in
1007 Comando Aviazione Slovenia-Dalmazia, Relazione sulle operazioni belliche aeree svoltesi in coopera-
zione con le truppe del Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia (2ª Armata) dal 1° al 30 aprile
1943-XXI, AUSSMA.
Capitolo quarto

