Page 450 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           All’inizio di giugno il comando dell’XI Corpo d’Armata doveva stigmatizzare il fatto che le
           truppe in operazione spesso non esponevano i segnali di riconoscimento quando il velivolo
           lanciava il razzo bianco di chiamata, e che lo stesso facevano anche molti presidi, lascian-
           do l’equipaggio nell’incertezza. I posti a terra dovevano quindi essere molto rapidi nella
           manovra dei teli e i comandanti di reparto erano invitati a curarne l’addestramento 1012 .
           L’esperienza dimostrava che in questo modo si potevano effettivamente ottenere risultati
           soddisfacenti, ma era ormai necessario andare oltre i teli da segnalazione, gli artifizi fumo-
           geni e il lancio di messaggi. Del resto il sistema si prestava a favorire possibili misure di
           inganno, e in più occasioni al passaggio dei velivoli i partigiani avevano esposto identici teli
           da segnalazione per indurre in errore gli equipaggi 1013 .
              Con un ritardo che era di per sé una conferma del più generale ritardo tecnologico dello
           strumento militare italiano, l’XI Corpo d’Armata, su iniziativa del suo comandante, il ge-
           nerale Gastone Gambara, sperimentò così in quel periodo l’impiego di stazioni radio RF3C
           a livello di battaglione, riuscendo a stabilire e a mantenere il collegamento con i velivoli in
           un raggio di 40 chilometri, più che sufficiente a livello tattico. Questi esperimenti prosegui-
           rono per tutto il mese di luglio, curando nel frattempo anche l’addestramento degli ufficiali
           responsabili dei posti a terra, e in agosto le modalità da seguire vennero codificate in una
           circolare a livello di Corpo d’Armata. 1014  Una volta stabilito il collegamento iniziale con i si-
           stemi tradizionali, il posto a terra componeva con i teli la sigla della stazione radio campale
           in dotazione (riceventi RA1, RA2, ricetrasmittenti RF3C, RF2, R23) 1015 . A questo punto il
           radiotelegrafista si metteva in ascolto sulla frequenza assegnata e il primo a chiamare doveva
           essere sempre il velivolo, utilizzando un nominativo in codice costituito da una serie di nu-
           meri. Stabilito il contatto le comunicazioni dovevano essere ridotte all’essenziale e nel caso
           fosse venuto meno il collegamento radio il dialogo riprendeva con i teli da segnalazione.
           Tutto questo era in stridente contrasto con quanto ancora avveniva nei settori d’operazione
           degli aeroraggruppamenti di Zara e Mostar, dove in qualche caso i posti di ascolto a terra
           dei reparti del Regio Esercito dimostravano una scarsa conoscenza delle procedure e in altri
           le truppe non esponevano i segnali di riconoscimento o li esponevano in ritardo. Un tale
           comportamento, oltre a compromettere l’efficacia dell’intervento, poteva portare a casi di
           “fuoco amico”, come quello denunciato il 28 luglio dal comando della 2ª Armata, un in-


           1012  Comando XI Corpo d’Armata, aerocooperazione, tel. n. 02/20457 OP. del 6 giugno 1943, AUS-
               SME, Fondo M-3, busta 326.
           1013  Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni, Uso dei teli da segnalazione per aerei da parte dei ribelli,
               tel. n. 9145 dell’8 giugno 1943, AUSSME, Fondo M-3, busta 326.
           1014  Comando XI Corpo d’Armata, Ufficio Operazioni, Collegamento radio bilaterale tra aerei in volo e
               p.a.t.[posti ascolto a terra] a mezzo delle stazioni campali, tel. n. 02/20596 OP. del 10 agosto 1943,
               AUSSME, Fondo M-3, busta 326.
           1015  La stazione radio RF3C mod.1936, prodotta dalla Magneti Marelli, operava in telegrafia e in fonia
               nella banda 1.840-2.515 kHz con una portata compresa tra i 30 e i 40 km. Aveva un peso di 130
               kg e poteva essere scomposta per il trasporto in 6 cofani. Altri apparati ricetrasmittenti di largo im-
               piego erano le stazioni RF2 mod.1935, operante nella banda 2.550-3.060 kHz, con una portata di
               6 km in radiofonia e 20 km in radiotelegrafia, e R23 operante in radiotelegrafia nella banda 1.463-
               2.500 kHz con portata di 20 km.

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