Page 71 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940)  71

              per l’appoggio di fuoco che poteva garantire con tempestività anche sulle lunghe distanze,
              ma anche e soprattutto in compiti di natura informativa e logistica, dalla ricognizione
              alla sorveglianza degli itinerari stradali, dal trasporto di uomini e materiali al lancio di
              rifornimenti alle truppe operanti in zone impervie e senza strade, come accadeva in larga
              parte dell’impero etiopico. Le truppe, in modo simile a quanto era accaduto in Libia, erano
              costituite per lo più da reparti indigeni regolari e non, e furono anzi questi ultimi, le co-
              siddette “bande” al comando di ufficiali italiani, a occupare il centro della scena. Di fronte
              avevano un melting pot di etnie e di aspirazioni in cui si mescolavano quanto restava delle
              armate del Negus, con i loro comandanti, signorotti locali con il proprio seguito, abituati a
              uno stato di continua conflittualità, e bande di predoni, da sempre una piaga endemica di
              quelle regioni. Se anche in Etiopia, come in Libia, vennero utilizzati i metodi del confino
              e dell’allontanamento dei notabili considerati più pericolosi, va detto che non ci furono né
              reticolati, né campi paragonabili a quelli libici. Le azioni di controguerriglia si susseguirono
              per quattro anni di seguito utilizzando, soprattutto nel 1937, anche metodi brutali – com-
              preso l’utilizzo di gas venefici – che poco spazio lasciavano a qualunque tipo di trattativa.
              Successivamente le cose migliorarono, ma lo scoppio della guerra non permise di portare
              a termine un processo di “pacificazione” che stava cominciando a dare i primi frutti. Se in
              termini morali l’esperienza italiana di controguerriglia coloniale ha non pochi lati oscuri,
              com’è del resto inevitabile in un confronto di questo tipo, in termini tecnici può essere
              considerata un successo. Resta però il fatto che a pagarne il prezzo furono le popolazioni,
              schiacciate tra il Regio Esercito, che ne chiedeva la sottomissione, e gli insorti, spietati con
              chiunque si schierasse con l’occupante.


                                     AUSSME.  Libia 1913. Parata militare
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