Page 75 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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            degli altri ex nemid, perché questi non avevano ricevuto un analogo concor-
            de riconoscimento.  Da  esse nasceva  la  proposta di aggirare il veto sovierico
            portando  in Assemblea Generale  una  risoluzione nella quale, appoggiandosi
            al  parere  consultivo della  Corte  Internazionale di  Giustizia deli'Aja  del  3
            marzo 1950 da cui le  ricordate conclusioni traevano fondamento, si dichiara-
            va  l'accoglimemo della  domanda  italiana.  Tale  risoluzione,  se votata
            dall'Assemblea a  maggioranza di due terzi, avrebbe prodouo l'eiTeno di sup-
            plire all'inazione  del Consiglio  di Sicurezza, in base all'altra  risoluzione  nota
            come "United action for peace", votata l'anno precedente.
               l giuristi italiani avevano lavorato  molto  per offrire aJ  Governo uno stru-
            mento almeno in apparenza adeguato a  raggiungere lo  scopo dell'ammissio-
            ne senza che né  l'Unione Sovietica  rinunci~sse alla sua resi  né gli Star!  Oniri
            alla  loro.  Ma  nelle discussioni  al  Dipartimento di  Stato,  Acheson non si
            mostrò convinto  della  bontà dell'idea:  propendeva piuttosto per utilizzare,  in
            un nuovo esame in Consiglio di Sicurezza, l'argomento che il caso dell'Italia era
            del tutto speciale avendole  le Naz.ioni Unite conferito  l'amministrazione ftduda-
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            ria  della Somalia <9>.  La  discussione continuò  per via diplomatica. De Gasperi
            insistette  nella sua proposta con una lettera personale ad Acheson csm e questi
            gli  fece  rispondere laconiccLmente che  gli Stati  Uniti si sarebbero adoperati a
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            favore  de.ll'Italia  ma  "agendo all'Interno  della  Carta" <5 > e  al  rappresentante
            alle  Nazioni  Unite  predsò che  "il  Governo degli Stati  Uniti  non appogger.ì
            nessun compromesso (dea/) comportante l'ammissione dei satelliti in cambio
            di quella dell'Italia e  cercher.l di scoraggi:! re qualsiasi sfono diretto ad octene-
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            re l'ammissione dell'Italia con mez.zi non previsti dalla Carta" <5 >.
               Nel 1952 il Governo i.taliano tornò poi a ribadire l'importanza dell'ammissio-
            ne all'ONU in vista delle prossime scadenze eleuorali perché om1ai la questione
            era argomento di polemica sottolineando  l'opposizione che Il  mancato  ingresso
            era <.-onseguenza, non tanto del noto veto sovietico, quanto piuttosto di un sostan-
            ziale  vero americano <53>.  Gli  St:Lt.i Uniti  pensarono allora  a  fanne intermedie  di
            partedpazione quali  un'''interim  partnership" o  un'"assodate membership",  ma
            l'Italia fece sapere dJ essere interessata solo ad una "l'ull membershìp", consideran-
            do ogni altra soluzione "umiliante" e contr.11ia :~gli impegni riSultanti dal tr<~ttato di
            pace (54). lnfme, l'osservatore presso le Nnioni Unite, Guidoni, informò  ufficial-
            mente  il  Dipartimento di  Stato  che "il  Governo italiano non  intendeva per  il
            momento sollecitare ulteriori  passi  per ottenere  l'ammissione  dell'Italia  alle
            Nazioni  Unite" <55>,  Era  il 9 aprile 1953.  Due mesi dopo le  elezioni avrebbero
            posto termine  al  lungo periodo dei  governi  presieduti da De Gasperi. Tra  gli
            altri  crucci  gU  rimaneva  anche quello  di  non essere riuscito a  compiere  per
            intero  il suo proposito  di  far superare del tutto  al  paese la  condizione di  ex
            sconfitto attraverso la tanta sospirata ammissione alle Nazioni Unite .
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