Page 71 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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solo la pJrte relativa a.ll1talia (29) e non run0 il testo del punto nono sicché
non s'ebbe a n.oma la precisa cognizione che l'ingresso all'ONU, dopo il trat-
tato di pace, sarebbe avvenuto insieme agli altri satelliti della Germania.
La formula di Potsdam fu trasferita nel preambolo del trattato di pace
dove si diceva che il trattato stesso avrebbe messo in grado le potenze allea-
te di appoggiare la domanda dell'Italia di entrare a far parte dell'Organizza-
zione delle Nazioni Unite <30>. Ancor prima della sua firma, gli Stati Uniti son-
darono gli inglesi e i sovietici per sapere se erano favorevoli a proporre
subito l'ammissione dell'Italia <.m. Bevin rispose che non era il caso di farlo
prima che il trattato fosse fmnaro e Gromyko si dichiarò pronto a superare il
disposto del prorocollo di Potsdam per rutti i paesi comemplati (3 >.
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In conclusione, al termine dJ questa prima fase, il risultato onenuro era
assai modesto: una promessa da parte dei Grandi di appoggiare l'ingresso
dell'Italia nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, sottoposto alla condizione
politicll che fosse contemporaneo a quello degU altri ex satelliti dpiJ"
Gennanin e a quella temporale dell'avvenuta acceuazione italiana del trattato
di pace. Non aveva invece Lrovato accoglienza il tentativo dell'Italia di dive-
nire alleata delle Nazioni Unite in guerra, disegnato come mezzo per cancel-
lare la sconfitta militare, né il successivo e più an.icolalO progeuo di cercare
d'evirare che la nuova Italia democratica avesse dovuto pagare per le colpe
del fascismo. Per i vincitori questa tesi era inaccettabile: l'Italia era una, e, se
era divenuta democratica, dopo aver sottoscritto il trattato di pace, e quindi
aver scontato rulli i turbament:i dell'ordine internazionale di cui si era resa
m:ponsllbile, avrebbe potuto essere rìammessa a pieno titolo nella comunità
degli Stati. Quest'idea, l'ha già rilevato il Di Nolfo <33>, stentò molto ad essere
compresa nel mondo politico italiano e si può anzi dire che finì nel tempo
con l'essere subìra più che realmente accettata. Rimase tuttavia ferma la con-
vinzione che alle Nazioni Unite fosse almeno legato il superamenro della
soonfiua sul piano inremazionale, se esse non erano servite a cancellarla ed
evìt.ame le conseguenze.
Souoscrino il trattato dJ pace, il Govemo italiano ritenne che fosse finaJ·
mente venuto il momento dell'ingresso nell'Organizzazione delle Nazioni
Unite. Il 19- ma~;, . . :>47 fu presentata la domanda ufficiale d'ammissione,
senza attendere il completo superamento della condizione britannica con
l'entrata in . vigore del trattato. Sì pensava ovviamente che al momento del
suo esame da parte del Consiglio di Sicurezza la condizione si sarebbe già
verificata. Quanto invece alla condizione politica posta dai sovietici non se
ne renne adeguato como, o per scarsa informazione sulle reali intenzioni di