Page 73 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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punruale il 1° ottobre a bloccare la considerazjone favorevole espressa
daii'Ao;semblea Generale. E la questione fu chiusa per la sessione del 1947.
La scoperta che l'ONU non era competente a rivedere il trattato di pace,
1:! partecipazione su piede di parità al grande negoziato europeo derivante
dall'offerta del segretario di Stato Marshall e ancor più il seguente invio di
Bevin alla "nuova" Italia di es.o;ere un giorno parte dell'Unione Occidentale, la
spaccatura tra Est e Ovest consumatasi anche uffìcia1meme nella seconda
mer:l del 1947, la prospettiva del grande confronto elettorale fiSS<IIO per il 18
aprile 1948, allontanarono l'attenzione del Governo dal problema cteli'ONU.
Se fosse dipeso daU'Italia non se ne sarebbe parlaro per vario tempo. E inve-
ce anche nel 1948 tornò alla ribalta. A ponarcelo furono gli Stati Uniti. Nella
imminenza delle elezioni, al Dipanimento di Stato venne l'idea che , oltre
all'iniziativa per li Territorio Libero di Trieste (che doveva portare alla dichia-
mzione tripartìta del 20 marzo), avrebbe potuto giovare ad un esito fllo-occi-
demale della consultazione anche la riproposizione da pane an.glo-franco-
americana deJI'ammlssione deli'Iralia all'ONU nella sessione straordinaria che
si sarebbe tenuta in primavera per la questione palestlnese (39>. Non che gli
Statì Uniti fossero ora disposti ad accertare la tesi sovietica dell'ingresso in
blocco degli ex nemjci: s'aspettavano un nuovo veto sovietico ma proprio
questo veto ritenevano che fosse spendibile elettoralmente. Consultati l fran-
cesi e gli inglesi, soprattuno questi ultimi fecero molte obiezioni non ritenendo
che i sovìerid si sarebbero fatti giocare tanto facìlmente, considerata qual'era
la delicata posizione degli Stati Uniti in proposito (40)_ Infine fu sondato anche
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il Governo italiano < n. Sforza non mostrò molto entusiasmo per l'iniziativa
dicendo che l'appartenenza ali'ONU non era più per l'opinione pubblic-J italiana
un requisito essenziale per il miglioramento della posizione internazionale del
paese: pertanto una seconda mossa, dopo quella per Trieste, non gli appariva
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necessaria < >. Poi precisò che una spinta per l'ingresso ali'ONU sarebbe stata
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ovviamente gradita, ma sarebbe stato opportuno disran7.iar!a nel tempo < 3). Gli
Stati Uniti comunque procedettero, tirandosi dietro Francia e Gran Bretagna
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l >. Il problema fu rlsollevato in Consiglio di Sicurezza il 10 aprile, il delegato
;tmericano lesse la sua dichiarazione, venne il previsto veto sovietico e li
risultato del riesame delle domande giacenti si concluse con un voto a favore
dell'ingresso della Blnnania! Dato anche il breve intervallo di tempo l'argo-
mento non entrò nel dibarrito elettorale.
La questione si trascinò ancora nei due anni seguenti senza che vi fosse-
ro pressioni da parre italiana. Nel 1949, il 13 settembre, si ebbe un ulteriore
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veto sovietico C5l e nel 1950 l'Italia suggerl di approfittare dell'assenza del
delegato sovietico per riproporre un nuovo esame della domanda italiana ma
gli Stati Uniti rifiutarono di farlo <4~. Rimaneva un interesse per l'ammissione
aii'ONU, ma si t.rattava ormai di un Interesse generico, non più motivato dalle