Page 72 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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Mosca e di Washington intorno al problema della contempo~;~neità nell'am-
missione dei paesi firmatari dei uattall di pace, o per la convinzione che la
posizione dell'Italia fosse sostanzialmente diversa da quella di finlandia,
Ungheria, Romania e Bulgaria in virtù della specialità del caso italiano in cui si
continuava a credere. Una preventiva consultazione con il Governo americano
non aiutò a chiarire le idee poiché gli Stati Uniti si limitarono a dichiarare che
avrebbero dato U loro pieno appoggio alla domanda italiana <34l. Certo è che
nel coJSO del dibattito alla Cosliruente per la ratifica del trattato di pace a fine
luglio, Sforza sostenne con calore, tra gli argomenti a favore, che con tale ano
l'ltalìa avrebbe acquisito Il titolo migliore per il riconoscimento del suo buon
dirino ad entrare nell'Organizzazione int~a7jonale<35>,
A cercare ora risolutamente l'ingresso nelle Nazioni Unite, oltre la con·
vinzione che questo fosse da parte dei quattro Grandi il rispetto di un impe-
gno preso, c'erano altre due ragioni fondamentali: l'affrancamento dallo status
di paese vinto e quindi il suo pieno reinserimento nella comunità intemazio-
llJlle, e la sper.mza che neii'ONU si potesse operare a favore de.lla "politica
della revisione" del trattato che era stata enunciata da Nenni nt!ll'ottobre del
1946 all'ano del suo iosediamenro al ministero degli Esteri. Fin dalla presema-
zione della domanda, infatti, s'era avviata una consultazione, spinta assai a
fondo con l paesi amici dell'America Latina, intorno all'appllcabìlitil ed
all'interpretazione degli articoli 53 e 107 déllo Statuto che prevedevano discri·
minazioni a danno degli stati ex nemici nella seconda guerra mondiale, allo
scopo di chiarire che rali articoli non avrebbero potuto trovare applicazione
nei riguardi dell'Italia. Quanto alla seconda ragione, sì stimolò un'iniziativa,
sempre larino-americana, per poter porre in discussione nell'Assemblea
Generale proposre di revisione del tra.n.ato di pace, immaginando che anche
nella carta dell'ONU ci fosse una clausola analoga all'articolo 18 dello Statuto
della Società delle Nazioni <36>. Solo nel dicembre 1947 si constatò che tale
clausola non esisteva: I'ONU tuttavia avrebbe potuto fare qualcosa in materia
di revisione, essendo di competenza dell'Assemblea, un anno dopo l'entrata
in vigore del trattato eli pace, il formulare proposte circa la sorte definiriva
delle colonie, che i Grandi s'impegnavano a far proprie.
Quando dalla discussione preliminare in Consiglio di Sicurezza apparve
evidente che le posizioni sovietica e americana sui paesi ex nemici erano
inconciliabili, sostenendo gli Stati Uniti che Ungheria, Romania e Bulgaria
non avevano, per la narura dei loro governi, i requisiti necessari per
l'ammissione aii'ONU, il Governo italiano effettuò un debole tentativo di
indurre gli Stati Uniti ad accettare una "blanket admission", ossia l'ammissione
di tutti i paesi che ne avevano farro domanda <37>, Ma di fronte alla decisa replì-
t<J americana, non si insisterre oltre ~"'J quest'argomento anche se si continuò a
sottolineare l'importanza della questione C38>. Il veto sovietico giunse quindJ