Page 70 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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L'AMMISSIO.~ DELL'ITAUA ALL'O!\\: 59
sollevato U problema nella Conferenza di Yalta ma con esito negativo per
l'opposizìone inglese e per la replica dei sovietici ch.e se ìl titolo per l'anunìs·
sione dell'ltalla era la cobelligeranza, tale titolo avevano anche l'Ungheria, la
Romania e la Bulgaria (20>.
Si cercò allora di esservi ammessi almeno come osservatori facendo
valere la specialità del caso italiano ossi.a la cobelligeranza più antica, il mag-
giore apporto alla causa comune, lo starus diplomatico dei rappresentanti ita-
liani a Mosca e a Washington, l'essere l'Italia il paese più grande nella cate·
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goria dei cobelligeranti < >. La risposta del Dipartimemo di Stato fu che lo
Stanuo della costiruenda organizzazione non prevedeva osservatori czz>. Tanto si
credeva e si puntava su tale specialità che il 26 aprile 1945, aprendosi i lavori
della Conferenza di San Francisco, il governo italiano fece inviare a tutte le
delegazìoni presenti una sua dichiarazione nella quale esprimeva "il profondo
senso di delusione per l'esclusione dell'Italia democratica" dalla Conferenza e
rivendicava i1 diritto di parteviparvi C23>.
Ma per ottenere il sospirato starus di aUeato si perseguì anche un'altra via:
La dicblarazlone di guerra al Giappone, nella prospetciva che essa potesse avere
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un risultato migliore di quella fatta alla Cennania nell'Ottobre 1943 < >. E in
effetti un sottosegretario americano predispose una dichiarazione per la
Conferenza di Potsdam nella quale sì diceva che "il Governo [degli Stati Uniti]
è convinto d'essere venuto il rempo di riconoscere la nuova Italia democratica
- alleata con le Nazioni Unite nella guerra contro la Gennanla e ora nella
guerra contro il Giappone - quale membro della famiglia delle nazloni" e che
pertanto intendeva sostenere l'ammissione dell'lralia nell'Organizzazione della
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sicurezza mondiale <5>. E fu lo stesso Truman ad avanzare la proposra a
Churchill e Stalin nella prima seduta della conferenza <26J_ L'argomento fu
discusso a più riprese: gli altri due Grandi non si mostrarono contrari, ma
Churchill pose la condizione che l'ammissione avvenisse dopo la conclusio-
ne del trattato dJ pace, e Stalln che essa fosse contemporanea a quella degli
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altri "cobelligeranti" < >. L'accordo fra i tre Grandi fu quindi raggiunto suJJa
formula del nono punto del protocollo finale sui lavori della conferenza che
diceva: "La conclusione di un trattato dì pace con un governo italiano rico-
nosciuto e democratico renderà possibile ai tre Governi di soddisfare il loro
desiderio di appoggiare una domanda dell'Italia per l'appartene.nza alle
Nazioni Unlte" (28), Uguale impegno i tre Grandi prendevano nel riguardi di
Bulgaria, Finlandia, Ungheda e Romania sia pure con parole meno enfatiche.
L'unico riconoscimento della specialità del caso italiano si aveva nell'afferma-
zione che Il trartaro di pace dell'Italia sarebbe Stato il primo era l compir!
immediati che il neo istituire Consiglio dei ministri degli Esteri avrebbe
dovuro svolgere. Tale riconoscimento apparve assai importante al Governo
italiano poiché de.l protocollo di Potsdam gli fu comunlcata ufficialmente