Page 84 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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            Il  discorso di Sforta  del  18 luglio  1948  COSiituisce  un  momento  fonda-
         mentale  nella  storia  della  politica  estera  italiana,  perché  è  con  esso  che
         comincia dawero la  polit.ica europea dell'Italia. Approfondendo la  nOStra ana-
         lisi,  possiamo chiederci se  Sforza  abbia accentuato  in  senso europeistico  la
         politica  estel'3  italiana o  se sia  riuscito a  farle  mutare roua.  Porre il  probletru~
         In questi tennini può sembl'3re eccessivo, ma lìno a quel momento la  politica
         europea dell'ltaJla  è  consistita nella COOpe1'3Zione  economica  nel  quadro del
         Piano Marshall o  tutt'ai  più in unioni doganali Lrn due o  più l>'tati. Che questa
         no~'trd osserva7Jone sia  fondaro, lo dlmOSLra il f:mo che il 21  novembre 1948 il
         presidente del Consiglio  Alcide  De  Gasperi  pronuncia il suo primo dis<.urso
         neuamente europeistico (8)_
            U discorso di Sforza non porta pero ad alcuna conclusione positiva. L'idl!<.l
         dell'uniflcaz.Jone europea, infatrl, ha gi:ì  preso un':tlua strada. Erd srato Wlnston
         Churchill, allora leader dell'opposizione conseJVdllia! in Gran 13retagna, a  par-
         lare il 19 seuembre  1946 all'Università  di Zurigo di unità  degli  sroti europei,
         prima  in  un Consiglio d'Europa e  poi negli stati  Uniti d'Europa <?1.  In  scg.uito
         egli aveva fondato e guidato U "Comitato per l'Europa uniro", che a\leva orga-
         nizzato  aU'Aja  dal  7  al  10 maggio 1948 il •eongres.so  per l'Europa·.  QueSto
         Congresso si erd  concluso approvando varie  nsoluz1oni,  che si  ispiravano
         rutte alla  necessità per gli stati europei di abbandonare parte della loro sovm-
         nità  g  favore di  un'Europa unita.  La risoluzione politica, quello  più Importan-
         te,  riconosceva  che  l'unlfìcazione europea  poteva essere  raggiunta  solo gm·
         dualmente,  chiedeva  che  fossero  eJaboratl  dei  pi.,.ni  per creare  una
         Fedemzìone con  un  Parlamento cleno,  reclamava  l'immediata conv001zione
         di  un'Assemblea  eleua  dal Parlamenti  nazionali  con il compito di  awiare
         l'lntegrdZio.ne politica ed economica dell'Europ:t ooJ.
            Sarl un caso, ma  proprio lo stesso giorno ìn cui  Sforza pronuncia Il  suo
         discorso a  Perugia,  il  18  luglio  1948,  l  cinque stati  fìrm:u:tri  del  Pauo di
         Bruxelles  mettono  in  moto  tra  loro Il  meccanismo diplomatico che  ponerà
         alla creazione del Con5lglio d'Europa.  U govemo italiano non panecipa quin-
         di a quest.a  prima fase  del negoziato.  Esso ~ invitato a  paneciparvi solo il 7
         mano 1949 ed accetta il giomo dopo, 1'8 mai7.0, quando ormai il negoY.iato è
         awiato a  conclusione  secondo  il  compromesso  raggiunto  tra  i  Cinque  sul
         poteri  degli organi  dJ  questo Consiglio (Assemblea  c  Comitato dei  ministri).
         Ci<>nonostante  Il  govemo Italiano  propone di  inserire  nello SU\tlllo  del
         Consiglio d'Europa un preambolo nel quale-secondo le indlcnzìonl di Sforza
         e  di  De  Gasperi - si  ricordino  i  grandi  principi  cl1e  sono alla  base delle
         democrnie occidentali e  si indichi l'Unione europ<.'3 come il One du  raggiun-
         gere. Questa proposta è  però respinta  e  nello Stature si p:1rla  solo di un'a.spi-
         razione  verso  un'unione  pitl  stretta  dei  popoli  europei.  Al  momento della
         Orma, Il  5  maggio 1949 a  londra, Sfol7_a,  unico un tuul l ministri degli Esteri,
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