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L’EROE SENZA NOME Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
Veduta panoramica di Gorizia, subito dopo la Grande Guerra
le truppe del Presidio in grande uniforme onoravano i mamme e spose di Eroi, da mutilati di guerra, da ex
camerata gloriosi, mentre i conducenti dei traini fende- combattenti e da un picchetto d’onore rappresentante
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vano il buio con torce a vento. La folla assiepata ai lati di tutte le armi” .
delle strade si affannava per vedere, per salutare i fe- Nel pomeriggio il corteo giunse dunque a Gorizia. Le
retri dei resti gloriosi. La luce vacillante delle torce sette bare ricoperte di fiori e adornate dalle corone che
schiariva a guizzi il volto di quei cittadini rivelandone erano state offerte lungo il percorso nei centri abitati
tutto il senso di commossa ammirazione. Le bandiere, attraversati di Manzano, Brazzano, Cormòns, Capriva,
riempiendo l’aria di Tricolore, recavano il saluto della Mossa e Lucinico, furono scaricate e, come descritto dal
Patria, mentre le musiche militari innalzavano un inno tenente Tognasso, deposte su affusti di cannone per ri-
al valore ed al sacrificio di quei morti, accarezzando lo cevere gli onori militari da parte del picchetto armato
spirito del popolo colle note delle canzoni fatidiche. La di un reparto di stanza a Gorizia. Il corteo percorse le
Chiesa di Sant’Ignazio opportunamente addobbata, ac- vie del centro accompagnato da salve di cannone spa-
colse le sacre reliquie vegliate dalla preghiera di rate dal Castello e dai suoni dei rintocchi funebri delle
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A. Tognasso, Ignoto Militi, op. cit., pp. 63-64.
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