Page 77 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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Salvatore Orlando                                                  Le ricerche degli undici Soldati Sconosciuti



                  campane di tutte le chiese, fino alla chiesa di Sant’Igna-
                  zio, scortato da ex combattenti, Carabinieri Reali, dalla
                  banda presidiaria, dal clero, dagli studenti, dai volon-
                  tari di guerra, mutilati, soldati, madri e vedove dei ca-
                  duti e trovò piazza della Vittoria, antistante la chiesa,
                  gremita da una folla traboccante. Le sette bare vennero
                  tolte dagli affusti, portate all’interno della chiesa e posti
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                  su catafalchi approntati nella navata centrale .
                  Nel mentre, il Comitato Esecutivo per le Onoranze di-
                  ramava un comunicato precisando che nei giorni 2 e 4
                  novembre 1921, durante la cerimonia a Roma, la bara
                  del caduto designato ad Aquileia sarebbe stata traspor-
                  tata da otto decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare
                  che ne avessero fatto domanda e che fossero fisicamente
                  idonei al compito.
                  All’alba del 20 ottobre, la Commissione, lasciata Gori-
                  zia, mosse alla volta del Teatro di operazioni dell’Alto
                  Isonzo e, nello specifico, Monte Rombon, dove più
                  cruenti furono i combattimenti.
                  Le ricerche dell’ottava salma furono piuttosto lunghe,
                  come descritto dal Tognasso nel suo Ignoto Militi: “Sa-
                  lendo per la montagna, dopo aver superati gli ostacoli
                  più duri raggiunsero le più alte cime del Rombon che
                  esplorarono minutamente. Lunghe furono quelle ricer-
                  che perché l’asperità del terreno, la natura della roccia
                  erano tali da richiedere la massima prudenza nel per-
                  correrlo, giacché ogni insenatura, ogni parete, ogni bur-
                  rone poteva celare delle salme. Diverse ore durò quel
                  lavoro di esplorazione. I cercatori già disperavano del
                  successo, quando dietro la parete di una roccia si rin-
                  tracciò una croce in legno senza nome. Quelle anime si
                  adunarono tutte attorno a quel segno; il loro spirito provò
                  la medesima sensazione provata la prima volta che si ac-
                  cinse a tale pietosa missione. Un nodo stringeva la gola,
                  dei brividi correvano per il corpo, una carezza gentile
                  pareva abbracciasse il cuore. Gli esumatori, con parti-  Monte Rombon (Gorizia): “l’ottava salma fu trovata sotto una croce
                  colare delicatezza, incominciarono lentamente il lavoro   di legno dietro una parete di roccia”
                  di escavazione. Poca terra e pochi sassi avevano tolto   deva scendere su quelle gote rugose, mentre in silenzio
                  quando rinvennero un cranio umano; seguendo la dire-     veniva religiosamente esaminata la divisa di quel sol-
                  zione indicata dalla posizione di esso, continuarono,    dato. Nessun indizio, nessun segno poté portare un po’
                  guardinghi nel rimuovere, ed in breve si presentò agli   di luce sul nome di quel prode che, per la sua assisa e
                  sguardi, che seguivano con ansia, il corpo di un fante   le sue armi, si chiamava solamente soldato d’Italia.
                  vestito ancora nella sua uniforme. In un baleno nella    Anche questa reliquia, dalla commossa pietà e devo-
                  mente e nel cuore di quei vecchi soldati affluirono i pen-  zione dei missionari, fu accuratamente avvolta in un su-
                  sieri, i ricordi, le emozioni più violente e più care. Cer-  dario, collocata in una bara simile a quelle degli altri
                  cavano di intravvedere nelle forme di quel corpo, che    compagni già raccolti, e portata a Gorizia, in custodia
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                  più non era se non un ammasso in forma di ossa slegate,   alla devozione del popolo, nella chiesa di S. Ignazio” .
                  i lineamenti di un camerata. Più di una lagrima si ve-   Le ricerche del nono caduto si svolsero sul Monte San


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                     La Voce dell’Isonzo, 20 ottobre 1921.
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                     A. Tognasso, Ignoto Militi, op. cit., pp. 64-65.


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