Page 130 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
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130   La Grande Gueraa dei Carabinieri                                        ArmA, Arte e poesiA nellA GrAnde GuerrA
                                                                Gustav Klimt: Ritratto di Adele Bloch-Bauer II (1912)





                                                                 congestione / delle sue mani/ penetrata/ nel mio silenzio/ho scrit-
                                                                 to/ lettere piene d’amore/ Non sono mai stato/ tanto/ attacca-
                                                                 to alla vita.
                                                                    Cima Quattro, il 25 dicembre 1915
                                                                    L’esultanza infantile della vittoria che sembrava die-
                                                                 tro l’angolo, la retorica guerriera delle gazzette e dei
                                                                 giornalisti conservatori, al sicuro dalla guerra nelle reda-
                                                                 zioni delle grandi città, si trasforma sul campo di batta-
                                                                 glia in umanissimo e accorato appello alla fraternità, sen-
                                                                 za bandiere e senza distinzioni:
                                                                    Di che reggimento siete/ fratelli?/ Parola tremante/ nella
                                                                 notte/ Foglia appena nata/ Nell’aria spasimante/ involontaria
                                                                 rivolta/ dell’uomo presente alla sua/ fragilità/ Fratelli.
                                                                    Mariano, il 15 luglio 1916
             avversione al massacro imminente, avvertendo come ine-  Nell’inferno dell’Altopiano di Asiago, per l’esattezza
             ludibile dovere morale il partecipare con i suoi soldati in   dell’Altipiano dei Sette Comuni, in prima linea sulle pen-
             un cammino fraterno e quasi penitenziale, senza retorica   dici del Monte Zebio, il tenente aiutante maggiore Emi-
             e senza tentazioni estetizzanti; un percorso anche ideale   lio Lussu, al comando del 151° e 152° fanteria della Bri-
             che illustra nella sua opera miliare: l’Esame di coscienza di   gata Sassari, trasformerà quella discesa nell’Ade in uno
             un letterato, scritto proprio alla vigilia dell’entrata in guer-  dei romanzi più intensi e dolenti, insieme cronaca ferma
             ra dell’Italia, e che lo porterà a morire, a soli trent’anni   e denuncia vibrante, di tutta la letteratura del Novecen-
             – combattendo con il proprio reparto nel settore del Po-  to, in un resoconto che va oltre ogni genere consolidato,
             dgora, presso Gorizia – il 20 luglio 1915, nella Terza Bat-  col tono piano e dimesso d’una narrazione fatta ai paren-
             taglia dell’Isonzo.                                 ti, o agli amici, come commenterà Mario Rigoni Stern:
                Anche  il  fante  Giuseppe  Ungaretti,  convinto  inter-  … I guastatori erano caduti tutti. Ma l’assalto doveva aver
             ventista della prima ora, scoprirà sulla sua pelle l’orro-  luogo egualmente. Il generale era sempre là, come un inquisito-
             re senza nome e senza giustificazione del conflitto, e nel   re, deciso ad assistere, fino alla fine, al supplizio dei condannati.
             fango della trincea le sue parole perderanno via via ogni   Mancavano pochi minuti alle 9. Il battaglione era pronto, le ba-
             enfasi dannunziana, rarefacendosi e scarnificandosi nel-  ionette innestate. La 9°compagnia era tutta ammassata attor-
             lo strazio degli assalti suicidi e nell’anelito quasi anima-  no alla breccia dei guastatori. La 10° veniva subito dopo. Le al-
             le alla vita:                                       tre compagnie erano serrate, nella trincea e nei camminamenti e
                 Un’intera nottata/ buttato vicino/ a un compagno/ massa-  dietro i roccioni che avevamo alle spalle. Non si sentiva un bisbi-
             crato/ con la sua bocca/ digrignata/ volta al plenilunio/ con la   glio… Gli occhi dei soldati, spalancati, cercavano i nostri occhi.
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