Page 135 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
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             Una delle tante medagliette usate dai soldati contro i pericoli del combattimento, Una volta benedette i cappellani militari le distribuivano.
             One of the medals used by soldiers to protect against the dangers of combat. Military chaplains offered them to soldiers, once blessed.



             to la spiegazione del vangelo adattata soprattutto alla vi-  Toni “ho vissuto sempre in mezzo ai soldati: ho studiato
             ta del soldato cercando sempre d’infondere sentimenti di  i loro bisogni, ho imparato a conoscere le loro debolezze,
             fede e d’amore verso Dio e verso il prossimo e di combat-  ho apprezzato e ammirato le loro virtù”. Spesso per af-
             tere la bestemmia ed il turpiloquio” scrive don Cristoforo  frontare il riserbo, la diffidenza ed instaurare un dialogo,
             Bocconcelli (Ospedale da Campo n. 83).              i cappellani utilizzarono proprio i santini e le medagliette
                Inizialmente per i cappellani non fu facile esseri accolti  sacre, ovvero quelle piccole memorie devozionali che ri-
             positivamente nei contingenti, dovettero affrontare diffi-  chiamavano una fede intima e diretta, una religiosità sem-
             denza e pregiudizi poiché molti militari non accettavano  plice e popolare appresa in seno alla famiglia. I santini
             di buon grado la loro presenza. Le ostilità erano dovute  assurgevano così alla stregua di simulacro di protezione
             a diversi fattori, soprattutto al clima anticlericale diffuso  materna e divina, oltre che simbolo di fiducia. È partico-
             dagli anni dell’Unità e che si traduceva in una distanza  larmente suggestiva la memoria di don Antonio Nardelli
             ideologica tra lo “Stato in divisa” e la chiesa delle mas-  a Col di Lana (33° Reggimento Artiglieria): “era la prima
             se popolari (Alberto Monticone). Don Primo Discacciati  volta che ci vedevamo […] invitai i presenti a confessarsi,
             (Ospedaletto da Campo n. 25) nel descrivere i primi gior-  ma i soldati erano sempre restii a confessarsi. Ed io a ten-
             ni di servizio ricorda “ebbi di mira di far conoscere che  tare sempre nuove vie […] La sfiducia incominciava ad
             il sacerdote non è poi quella bestia nera che dipingono i  impossessarsi di me quando mi ricordai di avere con me
             più”. Per superare le difficoltà iniziali i sacerdoti svolse-  una scatola di medaglie della B. Vergine comperate e fatte
             ro una profonda missione pastorale vivendo tra i militari,  benedire a Firenze pochi giorni prima. Prendo le medaglie
             condividendone difficoltà e sofferenze “la mia vita la pas-  e dico Prima di lasciarvi voglio regalarvi una medaglia benedetta
             so tra i soldati” scriveva don Francesco Doranti (Ospeda-  della Vergine SS non so volete confessarvi, quindi m’è caro sperare
             letto da Campo n.25) “visitavo compagnia per compagnia,  che tutti avrete messo a posto le cose dell’ anima vostra avanti di
             plotone per plotone, squadra per squadra, uno per uno,  partire. Ad ogni modo nei momenti del pericolo ricordatevi del-
             persino nei posti più avanzati”; e ancora don Ludovico De  la medaglia benedetta e raccomandatevi di cuore alla Madonna.
                                                                                                      Signor Cappel-
                                                                                                      lano –  esce
                                                                                                      all’improv-
                                                                                                     viso a dire un
                                                                                                   soldato  – non è
                                                                                               mica che non ci hanno i
                                                                                          peccati! E’ che si vergognano!
                                                                                       Ce ne vergogniamo! Voglio dare io
                                                                                    il buon esempio! Voglio confessarmi!...
                                                                              il ghiaccio era rotto gli altri ad imitarlo”.
                                                                            Anche don Giacomo Marzin nel raccontare
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