Page 137 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
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le scuole serali (unicamente per gli analfabeti) potevano mariti, lontano dai luoghi di origine e dalle proprie fami-
anche intervenire i volontari. Le scuole di bordo erano glie. Alle brutalità della guerra si aggiungeva la difficoltà
provviste di tutto: panche, lavagne, cartelloni, libri, silla- di ricevere e fornire notizie ai propri cari, a causa dei non
bari, quaderni ed oggetti di cancelleria”. Il grande lavoro eccellenti mezzi di comunicazione e dell’analfabetismo.
dei preti con le stellette non mancava di soddisfazioni, Si venivano a creare quindi ulteriori motivi di timore,
“anche i non analfabeti volevano il loro tavolo, penna, tristezza e tensione, con i vari comandanti che doveva-
calamaio per scrivere. Allora si pensò ad ampliare l’istru- no gestire situazioni complicatissime che, talvolta, pote-
zione creando un ramo collaterale, accanto al tavolo dei vano sfociare anche in episodi di indisciplina. In questo
scolari, si pose quello più lungo per lettura e scrittura contesto furono proprio i sacerdoti con le stellette a farsi
[…] La gioia più schietta animava quel rustico luogo, da tramite tra coloro che erano al fronte, nei campi di
passai delle sere indimenticabili tra gli aperti ed affezio- prigionia o negli ospedali e le loro famiglie. “Mi imme-
nati Bersaglieri” scriveva don Giuseppe Levrino (19° desimavo dell’ansia angosciosa di tanti cuori trepidanti
Reggimento Bersaglieri). per i loro cari […] scrivevo alle famiglie, tenendole in-
La Grande Guerra condusse moltissimi uomini, figli e formate dell’andamento della malattia, infondendo sem-