Page 136 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
P. 136

136   La Grande Gueraa dei Carabinieri                           La diocesi castrense e iL sostegno ai miLitari e aLLe famigLie
             Estate 1915. Ufficiali del 2°, 3° Battaglione e del Comando Reggimento. Sulla sinistra, retta da un fascio di fucili modello 1891, svetta la bandiera
             dell’Arma chiusa nella sua custodia. Tra gli ufficiali si distingue un frate che indossa le stellette e il bracciale della croce rossa come i medici militari.
                                      rd
                                   nd
             Summer 1915. Officers of the 2 , 3  Battalion and of the Regiment Command. On the left, supported by a bundle of 1891 model rifles, stands the
             Corps flag closed in its case. Among the officers there is a friar wearing the stars and bracelet of the Red Cross like military doctors.
             della sua opera pastorale al fronte, induce sull’importan-  la sopradetta biblioteca”. Il testo illustra come presso le
             za dei libretti, degli opuscoli e soprattutto delle immagini   Case del Soldato vennero realizzate anche piccole scuo-
             sacre, medaglie e scapolari, che spesso distribuiva.   le di fortuna per l’istruzione dei soldati, con i cappella-
                I sacerdoti militari non si trovarono di fronte sola-  ni militari assurti al ruolo di maestri. Si trattava di un
             mente soldati impegnati nelle battaglie, ma persone   impegno gravoso e delicato, ma di grande importanza.
             stremate nel fisico e stanche nell’animo che cercavano,   L’Italia di inizio Novecento scontava una diffusa situa-
             anche durante la guerra, momenti di serenità e fugaci   zione di analfabetismo, che ricadeva soprattutto sulle
             attimi di una vita normale. In questo contesto furono di   masse popolari e povere, da cui proveniva la maggior
             fondamentale importanza le Case del soldato (nate per   parte della truppa. Si può comprendere il significativo
             iniziativa di don Giovanni Minozzi); si trattava di pic-  contributo dei cappellani, svolgendo così anche un ruolo
             coli alloggi, spesso baracche, adibite a luoghi ricreativi   di supplenza rispetto alle istituzioni nazionali. Don Le-
             dov’era possibile recarsi durante i turni di riposo. Qui   one Leto (Ospedale di Bormida) descrive in una lettera
             si poteva leggere qualche libro, qualche rivista, oppure   come veniva organizzata la giornata presso la Casa del
             scrivere alle proprie famiglie e, grazie all’interessamento   Soldato “al mattino dalle 9 alle 10 e dalle 12 alle 14 si
             dei cappellani, vennero allestite piccole biblioteche di-  faceva scuola agli analfabeti desiderosi di apprendere i
             scretamente fornite. Così raccontava la sua esperienza   primi elementi del sapere. Ottima occasione per dire una
             don Giuseppe Bocchino (Ospedale da campo n. 232) “fu   buona parola agli scolari, uomini maturi e maritati che si
             istituita per mia iniziativa una bibliotechina con libri e   sentivano confortati dalla premura del Cappellano per
             riviste tedeschi e italiani, avuti da vari comitati. Furono   tutti i loro interessi personali e famigliari”. L’istruzione
             distribuiti gratuitamente ai militari degenti 400 esempla-  avveniva anche a bordo delle navi, come si legge dalla re-
             ri del libro per l’Esercito e per l’Armata; 1000 esempla-  lazione di don Giovanni Battista Quinci (Nave da guerra
             ri del libretto di preghiere per i soldati, 100 copie delle   Sardegna) “la principale iniziativa da me presa fu quella
             massime eterne di S. Alfonso […] 200 scapolari di Maria   di dedicare tutto il mio tempo disponibile all’insegna-
             SS. del Carmine, 1500 bandierine tricolori in panno con   mento elementare […] il compito non era facile perché
             l’effigie del S. Cuore, oltre 3000 sacre immagini”. Anche   si dovevano vincere difficolta di servizio e d’altro genere,
             don Luigi Ribero (Ospedaletto da campo n. 20) offre un   ed anche superare l’ostinata persuasione di alcuni che,
             attento resoconto “fornivo loro cartoline e carta da let-  essendo adulti (alcuni anche sposi e padri) non potevano
             tera, vedendo quanto erano desiderati i libri di lettura   imparare. Ho dovuto pertanto mettere in pratica le co-
             mi adoperai per procurarne”. Di particolare interesse è   gnizioni pedagogiche apprese […] Ho stimolato l’emula-
             la testimonianza di don Giuseppe Dall’Ora “solo riuscii   zione tra i marinai ed i fuochisti ed i compagni della stes-
             a mettere nella biblioteca militare eretta dall’esimio prof   sa sezione o dello stesso gruppo […] distribuiti premi
             don Minozzi, il sergente del mio ospedale don Valentino   agli allievi più diligenti e studiosi […] le scuole avevano
             Solbezo, il quale anche dava i primi insegnamenti ai sol-  luogo nei primi 4 o 5 giorni della settimana, gli allievi vi
             dati analfabeti che avevano la comodità di frequentare   venivano mandati a turno per squadre o per guardie. Al-
   131   132   133   134   135   136   137   138   139   140   141