Page 21 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
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Anche il Comandante Generale, il Tenente Generale Gaetano Zoppi, ufficiale proveniente dai Bersa-
glieri, fu chiamato al Fronte come comandante del V Corpo d’Armata. In questo incarico si distinguerà
sull’altopiano di Asiago nel contenimento della Strafexpedition e nella controffensiva italiana.
binieri a cavallo, a piedi e ciclisti, a disposizione degli alti belliche, aveva visto
comandi e delle grandi unità dell’Esercito fino al livello i Carabinieri operare
di divisione e delle intendenze (comandi logistici). Al- secondo principi ge-
tri nuclei di Carabinieri furono destinati ad incombenze nerali, riducendo le in-
varie: dal servizio di corriere postale tra il Comando Su- gerenze esterne nello
premo e i comandi delle grandi unità, a speciali reparti speciale servizio.
per la difesa delle linee ferroviarie e di altri obiettivi sen- Tale provvedimen-
sibili. Nonostante però l’entità dello sforzo, il numero dei to ebbe un evidente
Carabinieri mobilitati si rivelò comunque insufficiente in impatto sulla specifici-
relazione ai compiti affidati, all’estensione della zona di tà tecnica che l’Arma
operazioni e alle crescenti esigenze della polizia militare esercitava quale organismo di polizia militare e di forza
di prima linea. dell’ordine ordinaria nell’area di operazioni dell’Esercito
Cosi, a partire dal maggio del 1916 fu assegnato a e nelle retrovie.
ciascun comando di divisione un ulteriore plotone di Solo a titolo di esempio e per chiarire la complessità
Carabinieri a piedi (composto da circa 50 uomini), i cui delle attività, nel corso delle operazioni belliche, i Ca-
militari erano poi distaccati fino al livello di reggimento. rabinieri dovevano disimpegnare numerose incombenze
I bisogni dell’Esercito combattente portarono ad un tra le quali la sorveglianza sull’esecuzione dei bandi ri-
incremento costante del numero dei Carabinieri al fronte guardanti i militari ed i civili; la polizia giudiziaria per
per tutto il conflitto, tanto da ipotizzare una forza tota- i reati sia militari che comuni commessi in zona di ope-
le complessiva di circa 20.000 militari di ogni grado che razioni; la vigilanza sanitaria; la scorta e la sorveglianza
svolsero servizio in armi, pari ad orientativamente i due dei prigionieri di guerra; il servizio di controspionaggio
terzi dell’intera forza organica prebellica. e quello delle informazioni; il servizio di guardia a po-
Per quanto riguarda l’organizzazione di polizia mili- sti comando e ad altre infrastrutture militari; il servizio
tare, la struttura prevedeva un Comando Superiore Ca- di staffetta, porta-ordini e corriere postale; il servizio di
rabinieri Reali alle dipendenze del Comando Supremo, vedetta e allarme incursione aerea a protezione del Co-
comandi Carabinieri a livello di armata, corpo d’armata mando Supremo; la scorta di alte personalità in visita al
e divisione. Alle dipendenze funzionali di questi ultimi fronte; il mantenimento dell’ordine nei centri abitati e
comandi si trovavano le sezioni e i plotoni Carabinieri negli accampamenti militari con servizi di ronda; la vi-
Reali. Tale organizzazione fu messa in crisi, secondo al- gilanza sugli operai impegnati in lavori nelle retrovie; il
cuni storici dell’Arma tra cui il generale Giuliano Fer- controllo e la polizia stradale; il servizio di scorta a valori
rari, dalla soppressione del Comando Superiore Carabi- e a convogli munizioni; la protezione del movimento dei
nieri Reali avvenuto dopo alcuni mesi di campagna. Tale feriti e ammalati; il servizio di scorta alle tradotte e di
decisione ebbe come conseguenza la mancanza dell’uni- controllo delle ferrovie; la censura della posta militare
tà di indirizzo e di intenti che da sempre, in operazioni inviata e ricevuta dai combattenti; la traduzione da e per