Page 208 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
Per il “Militare Tascabile”, come già accennato, la traduzione in tedesco e la stampa dell’inte-
ro fascicolo delle istruzioni, a cura dell’Evidenzbüreau, nel 1912, consentono di considerare
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inverosimile l’ipotesi che Figl non ne fosse a conoscenza. A proposito del suo acquisto, vale la
pena di ricordare il commento ironico di David Kahn il quale spezza una lancia a favore di Figl,
affermando che Ronge «non aveva ragione di compiacersi (dell’acquisto N.d.A.): erano stati sol-
di sprecati», perché i suoi bravi colleghi analisti non avrebbero incontrato particolari difficoltà
nell’interpretare dispacci cifrati mediante un sistema per il quale esistevano da decenni, ben noti
metodi di decrittazione. 67
Pur riconoscendo la validità dell’osservazione di Kahn, è chiaro che la disponibilità da parte
austriaca del “Militare Tascabile” e soprattutto degli altri cifrari acquistati, ha di sicuro faci-
litato considerevolmente e abbreviato i tempi richiesti per decrittare i radio dispacci italiani,
come riconosciuto dallo stesso Ronge che ricorda «il contributo prezioso» apportato al Servizio
crittografico austriaco dall’«acquisto di tre cifrari dell’Esercito italiano (si ritiene si riferisca al
“Rosso”, al “Militare Tascabile” e al “Mengarini”, N.d.A.), senza il possesso dei quali il nostro
lavoro avrebbe subito ritardi».
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Egli ammette così implicitamente d’aver condiviso con i propri collaboratori i tre cifrari sud-
detti, sciogliendo ogni dubbio a proposito dell’interrogativo posto pocanzi e aggiunge che tali
ritardi sarebbero stati «ancora maggiori senza il contributo dell’attività di decrittazione svolta
già nel periodo di pace dall’esperto capitano Figl», forse per non sminuire l’importanza del
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lavoro di quest’ultimo.
Più in generale, l’abilità nell’acquisizione dei cifrari nemici è stata in alcuni casi evidenziata allo
scopo di nascondere l’abilità crittografica degli analisti, da preservare in gran segreto in vista di
futuri conflitti. Per esempio, i Servizi d’Informazione britannici hanno adottato, la strategia di
attribuire a operazioni di HUMINT gli esiti positivi conseguiti dalla leggendaria “Stanza 40”, sia
durante il conflitto, per esempio in occasione della decrittazione del dispaccio zimmermann, sia
nel dopoguerra quando, nel raccontare gli episodi delle battaglie navali contro la Marina tedesca,
hanno esaltato i meriti della radiogoniometria rispetto a quelli della crittografia.
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Alcuni autori hanno attribuito addirittura la forzatura del famoso codice tedesco “0075”, con il
quale era cifrato il famoso dispaccio zimmermann, al possesso di alcune parti del codice che
sarebbero state trasmesse agli Inglesi dal giovane e abile telegrafista austriaco Alexander Szek in
servizio nella grande stazione tedesca di Brussels. 71
Talvolta invece, i cripto analisti preferiscono tacere sul supporto ottenuto grazie ai metodi tra-
dizionali di Intelligence, forse anche perché considerati “disonorevoli”, ma soprattutto al fine di
far risaltare le proprie capacità, come sembra il caso di Andreas Figl.
mezzi e rischi deLLa humint
Secondo quanto riferito da Ronge, l’acquisizione della gran parte dei cifrari italiani attuata
dell’Evidenzbureau austriaco, prima dell’inizio delle ostilità, sembra da ascriversi a operazioni di
compra vendita nel mercato clandestino, favorita dall’estrema vetustà dei documenti comperati.
Invece, per il già ricordato cifrario diplomatico italiano, sembra che la procedura sia stata diversa e
a questo proposito, Odoardo Marchetti narra un episodio che ne avrebbe resa più facile la forzatura:
66 J. Pricowitsch, Drahtlose Telegaphie, op. cit. p.345. La pubblicazione è del “Evidenzbüreau des k.u.k. Generalstabes K.
Nr.6500 aus 1912”.
67 D.Kahn, op. cit. p. 317.
68 M. Ronge, Die Radiohorch, op.cit.,p. 15.
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70 A. Santoni, op. cit. p.47 – 61.
71 F. Pratt, op. cit., p.240 – 243.
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