Page 212 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
il Presidente del Consiglio Antonio Salandra risponde con l’invio del “Cifrario FT” che «non è
stato mai adoperato fin’ora e che non è in possesso di alcun’altra autorità». 5
L’utilizzazione, sin dall’inizio del conflitto, di cifrari molto riservati anche se intrinsecamente poco
sicuri, “sfuggiti” agli analisti austriaci per tutta la guerra, costituisce uno dei risultati emersi dalla
ricerca qui condotta che va tenuto presente nella valutazione dei risultati della lotta crittografica.
L’Esercito italiano utilizza, sin dai primi mesi del conflitto, numerosi altri codici caratterizzati da
diversi gradi di diffusione che possono enumerarsi con precisione perché posseduti dalla Sezione
Cifra del Comando Supremo. Rientrano nella dotazione della Sezione anche il “Mengarini”, il
“Minerva”, il “CU” del Ministero degli Interni e il k15 del Ministero degli Esteri.
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Del “Mengarini”, repertorio regolare e paginato in libero commercio e modificato prima della
guerra per l’impiego nell’Esercito, si utilizza prevalentemente l’edizione del 1913, indicata spes-
so con la sigla M13. L’acquisto prebellico, da parte austroungarica di questo codice commer-
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ciale, ha facilitato la decrittazione dei messaggi con esso cifrati, anche se accorte sopracifrature
hanno reso, in alcuni casi, lunga e complessa l’opera degli analisti.
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Ovviamente, non può non disapprovarsi l’impiego
di cifrari commerciali per la protezione dei dispac-
ci radio in guerra, ma esiste almeno un esempio di
risultato positivo ottenuto mediante l’adattamen-
to alle esigenze militari di un cifrario siffatto che
sembra noto, ma non forzato durante il conflitto. Si
tratta del “Cifrario Universale Minerva” anch’esso
in libero commercio dal 1904, citato una sola volta
da Ronge tra quelli impiegati dagli Italiani nel 1916,
con un punto interrogativo posto tra parentesi.
Il “Minerva”, repertorio regolare e paginato, consta
di ben 571 pagine con più di 50.000 vocaboli, com-
presi i nominativi di numerose Industrie, Banche e
Società. Nonostante l’estensione, quasi doppia ri-
spetto ad altri cifrari commerciali italiani, si distin-
gue per le piccole dimensioni ottenute mediante ca-
ratteri molto piccoli che lo rendono tascabile (figura
8.1). Una versione di questo cifrario con l’aggiunta
di numerosi termini militari (Minerva T) viene con-
segnato alla Sezione Cifra nel settembre del 1915.
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A dicembre dello stesso anno il cifrario, questa vol-
ta denominato M.A.B. con «l’aggiunta di numerose
8.1 Copertina del cifrario Minerva (8x12 cm.) parole relative alla terminologia militare e geogra-
5 Ufficio Segreteria del Capo di Stato Maggiore, Sezione cifra, Telegramma a S.E, Salandra, 28 ottobre 1915, firmato
Generale Porro; Presidente del Consiglio dei Ministri, Oggetto: Invio di cifrari, Raccomandata riservatissima, prot.n° 549,
28 ottobre 1915, AUSSME, fondo E2, busta 26. La ristrettissima diffusione di questa tipologia di cifrari ne ha reso fin’ora
impossibile il reperimento.
6 Le notizie riguardanti la Sezione Cifra riportate in questo paragrafo sono, per la maggior parte dedotte dal carteggio della
Sezione contenuto in AUSSME, fondo F1, busta 108. L’elenco dei cifrari al 30 giugno è nella Comunicazione di Servizio
per gli Ufficiali addetti al Servizio Cifra emesso in quella data.
7 Erano in possesso dell’Ufficio Cifra anche le edizioni del Mengarini del 1898 e 1904.
8 Ciò accade, ad esempio per una sopracifratura del Mengarini usata in Albania nei collegamenti con il Quartier Generale
francese operante in quel fronte, di cui si dirà in seguito.
9 Comando Supremo, Ufficio Segreteria, Sezione Cifra, Comunicazione di Sevizio 62, Cifrario Minerva T, 26 settembre
1915, AUSSME, fondo F4, busta 198. Una copia dell’intero “Cifrario Minerva” è stata donata all’Autore di questo libro
da Filippo Sinagra.
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