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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               addirittura precedendo cronologicamente l’impiego del Rosso e del Militare Tascabile. La ge-
               stione del “Cifrario di Servizio” e delle relative chiavi ricade nell’ambito delle responsabilità
               dell’Ispettore Capo del Servizio Telegrafico Militare (STM), preposto alla direzione di tutte le
               Sezioni Radiotelegrafiche in zona di guerra.
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               Nelle norme d’impiego del Cifrario di servizio, distribuite a tutte le Stazioni RT, il 30 maggio
               unitamente al cifrario stesso, si prescrive che la cifratura debba riguardare soltanto «le parole
               necessarie perché non risulti chiaro l’indirizzo e il testo del dispaccio» . I comandi emittenti in-
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               dicano mediante sottolineatura le parole che ritengono debbano essere cifrate, limitando di solito
               il numero di vocaboli sottolineati, nonostante le istruzioni in contrario emanate dal Ministero
               della Guerra nella citata circolare.
               La cifratura parziale costituisce, del resto, una consuetudine generale esistente ancor prima del
               conflitto e applicata a tutti i dispacci trasmessi sia via radio che su filo,  fino a quando giungerà,
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               due mesi più tardi, una disposizione contraria per i radio telegrammi. Questo stato di cose, deter-
               minato evidentemente dalla scarsa disponibilità di personale addetto alla cifratura e decifrazione
               presso i comandi e dall’intenzione di risparmiare lavoro ai telegrafisti, facilita enormemente la
               decrittazione dei dispacci da parte del nemico.  Lo stesso Figl ammette: «dopo quattro anni dal-
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               la fine della Grande Guerra, penso a volte che le nostre decrittazioni non sarebbero avvenute così
               rapidamente se dall’inizio fosse stata applicata (dagli Italiani, N.d.A.) la cifratura completa».
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               Non costituisce certo una scusante l’adozione della cifratura parziale, all’inizio della guerra,
               anche in altri eserciti tra cui, sporadicamente, nello stesso esercito austroungarico .
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               i primi “cifrari di servizio”

               Questa tipologia di cifrari ha subito, nel tentativo di ridurre le possibilità di violazione, il mag-
               gior numero di versioni e modifiche rispetto agli altri adottati dall’Esercito italiano durante il
               conflitto, avvalendosi dell’agevole sostituibilità dovuta alle sue modeste dimensioni e al numero
               relativamente limitato di esemplari necessari.
               Non è riportato dalle fonti austriache esaminate il fatto che, nel corso del 1915, sono stati intro-
               dotte due tipologie di cifrari caratterizzate rispettivamente da gruppi cifranti formati da cifre e
               da lettere. Il primo tipo, impiegato molto più frequentemente dell’altro, entrato in servizio il 30
               maggio, rimane in vigore fino ai primi mesi del 1916. Il cifrario a gruppi di lettere, introdotto
               all’inizio di agosto e inizialmente riservato alle comunicazioni brevi e/o di particolare riserva-
               tezza tra il Comando Supremo e le Armate sul fronte dell’Isonzo, sarà modificato e impiegato
               correntemente dall’aprile del 1916, in luogo di quello a gruppi di cifre. Fino a quella data, il
               cifrario a gruppi di lettere è rimasto ignoto e irrisolto dagli analisti austriaci, anche a causa della
               sua limitata utilizzazione.
               Non risulta che l’impiego di questi due cifrari sia stato caratterizzato da sigle o acronimi preci-
               si inseriti, come di consueto, nei preamboli dei dispacci per facilitare il lavoro dei decifratori.

               14   L’Ispettore Capo del STM è il Colonnello Natalino Mazzone coadiuvato dal Capitano Ugo Levi che resteranno in carica
               fino a marzo del 1917.
               15   Ispettore Capo del STM, Diario storico – militare, Ordine di Servizio N°3 del 30 maggio 1915, AUSSME, fondo B1,105
               S, Vol. 87.
               16   Ministero della Guerra, Segretario generale, Divisione S. M., Circolare con oggetto: Riservatezza nella trasmissione dei
               telegrammi e della Corrispondenza in genere, 27 aprile 1918, AUSSME, fondo E2, busta 22.
               17   Non si tiene conto dei suggerimenti contenuti in un precedente articolo del Capitano Luigi Sacco ove si sostiene: «sareb-
               be bene che venisse adottato un ciframento integrale dei telegrammi in modo che ne risultasse addirittura incomprensibile
               qualsiasi parte sia dell’indirizzo, sia del testo, sia della firma, sia del preambolo». (L. Sacco, Note sulle applicazioni cam-
               pali della Radiotelegrafia, Rivista di Artiglieria e Genio, ottobre 1914, vol. 4, p. 97.)
               18   O. Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit., p.96 - 97.
               19   M. Ronge, Spionaggio, op. cit. p. 49, ove si ammette di aver dovuto combattere contro questo tipo di stupido comporta-
               mento di alcuni comandi.

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