Page 218 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               per la decrittazione poiché il cifrario è già in loro mani e devono solo scoprirne le chiavi che sono
               normalmente brevi e semplici.
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               Inoltre, secondo le fonti austriache, il primo dispaccio cifrato con il “Rosso”, proveniente dal
               Capo di Stato Maggiore Generale Luigi Cadorna e contenente un rimprovero al Generale Pier
               Paolo Frugoni comandante della 2 Armata, sarebbe stato intercettato e decrittato durante la pri-
                                               a
               ma battaglia dell’Isonzo, e precisamente il 5 luglio.  Questa versione non corrisponde al reale
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               svolgimento dei fatti, perché il radiogramma in questione non è stato trasmesso il 5, ma il 25
               luglio 1915 e per di più non sembra fosse cifrato con il “Rosso”.


               una faLLa neLLe memorie austriache
               Il testo del dispaccio riportato da Figl è il seguente:


                     Comando II Armata. Sua Eccellenza il capo di stato  maggiore, trovandosi sull’altura di Me-
                     dea, osserva che l’azione dimostrativa della II Armata, non procede in tale maniera energica
                     per poter facilitare la difficile azione della III Armata. Generale Porro.  36

               Una copia del radiogramma riprodotta nella figura. 8.4 mostra differenze rispetto a quello ri-
               portato da Figl, sulle quali non ci si sofferma, perché dovute probabilmente alla traduzione o a
               difficoltà di ricezione. Ciò che colpisce maggiormente nel telegramma in figura è la data del 29
               luglio molto lontana dal 5 dello stesso mese in cui, secondo gli Austriaci, sarebbe avvenuta l’in-
               tercettazione e ci si può inoltre domandare la ragione per cui sarebbe stato necessario produrre,
               da parte della stazione RT di Medea, una copia di un telegramma trasmesso tanti giorni prima.
               Procediamo con ordine. Il Colle di Medea, situato a una distanza di circa 20 chilometri a oc-
               cidente di Gorizia costituisce, nonostante la modesta altezza di circa 140 metri una comoda
               postazione per controllare una parte del fronte dell’Isonzo, tanto da essere utilizzato come osser-
               vatorio dal Re Vittorio Emanuele III, dal Comando Supremo e da quello della  3 Armata. Inoltre
                                                                                        a
               è disposto al limite tra le zone presidiate dalla 2 e dalla 3 Armata. Nei pressi dell’osservatorio,
                                                           a
                                                                    a
               la 3 Armata aveva istallato una delle stazioni RT da 3 KW montata su autocarro e sottratta a una
                   a
               Divisione di Cavalleria a cui non era più necessaria in una guerra divenuta statica e di trincea.
               Come è dimostrato dalla corrispondenza a cui è allegata la copia del radiogramma di figura 8.4,
               il Generale Cadorna aveva raggiunto l’osservatorio la mattina del 25 luglio, quando infuriava la
               seconda battaglia dell’Isonzo e non il 5 luglio dello stesso mese durante la prima battaglia, come
               sostenuto dalle fonti austriache.
               Coerentemente con gli ordini impartiti prima dell’inizio dei combattimenti, la 2 Armata avreb-
                                                                                         a
               be dovuto appoggiare con azioni diversive l’attacco sferrato dalla 3 Armata e perciò Cadorna,
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               preoccupato perché il piano non veniva eseguito, ha deciso di trasmettere il dispaccio di cui
               trattasi dalla Stazione radio dislocata presso l’osservatorio. Non si discute qui sull’opportunità
               della decisione di affidare alla radio un ordine di carattere operativo che, se il telegramma fosse
               stato intercettato e interpretato in tempo utile dal nemico - cosa in realtà non accaduta - avrebbe
               fornito un’informazione di non trascurabile rilievo.
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               Ci si concentra invece sugli aspetti radio e crittologici della vicenda divenuti complessi a causa
               della discordanza tra le varie testimonianze. Mentre Ronge riporta la data errata e dichiara che il
               dispaccio era cifrato soltanto con il “Rosso”, secondo le memorie di Figl, i dispacci intercettati


               34    M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.5.
               35   O.Horak, Oberst a.D. Andreas, op cit., p. 97.  La notizia è riportata sia in M. Ronge, Spionaggio, op. cit.,p. 177 sia in M.
               Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.3,
               36   O.Horak, Oberst a.D. Andreas, op cit., p. 97.
               37   Figl dichiara di aver trasmesso il testo del telegramma ai propri Comandi solo il giorno successivo. Ben presto, i Comandi
               italiani inizieranno a non trasmettere via radio alcun ordine operativo.

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