Page 221 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO OTTAVO




                  a riconoscere l’identità della stazione o peggio il comando a cui essa è addetta, come accade
                  soprattutto nei primi mesi del conflitto.



                  8.3 EMERGE UN PROTAGONISTA: LUIGI SACCO


                  L’orecchio deL comando supremo
                  Il Capitano del Genio Luigi Sacco è destinato nel giugno del 1915 al Comando Supremo ove ini-
                  zia subito ad occuparsi di intercettare e localizzare le stazioni radiotelegrafiche nemiche.  Come
                                                                                                   44
                  già ricordato, durante la guerra di Libia Sacco aveva realizzato e gestito la rete radio telegrafica
                  della Tripolitania e, nel 1911, aveva collaborato con Guglielmo Marconi, giunto in Libia per for-
                  nire la propria assistenza alla Marina e all’Esercito italiani. Marconi e Sacco avevano condotto
                  alcuni esperimenti di comunicazioni radio: la foto di figura 8.5 si riferisce appunto alla ricezione
                  dei segnali emessi dalla stazione di Coltano, mediante un’antenna costituita da un semplice filo
                  lungo 200  m e posato sul terreno. 45
                  In numerose stazioni RT si effettuano, già all’inizio del conflitto, intercettazioni di radiogrammi
                  nemici in cifra,  di difficile interpretazione poiché l’Esercito italiano non dispone di un repar-
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                  to crittografico a cui fare riferimento. La Segreteria  del Capo di Stato Maggiore, consapevole
                  della grave carenza crittografica esistente nell’Esercito, incarica l’Ufficio Informazioni di porvi
                  rimedio, chiedendo a quest’ultimo di interpretare, secondo il mandato conferitogli nell’aprile del
                  1915,  non solo i dispacci campali dell’Esercito austroungarico, invero non molto frequenti al
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                  fronte italiano, ma anche quelli diplomatici.
                  Il capo dell’Ufficio I, colonnello Garruccio, dopo aver verificato che neppure il Ministero degli
                  Esteri e quello della Marina riuscivano a forzare il cifrario usato nelle comunicazioni tra Austria
                  e Spagna - chiaro indice della diffusa ignoranza crittografica nell’Italia dell’epoca - risponde
                  alla Segreteria di Cadorna, affermando che «cercherà di trovare la chiave per la decifrazione dei
                  dispacci intercettati, ricorrendo anche agli studi che in merito possono essere stati fatti all’Estero
                  e di cui si potrà aver notizia per mezzo delle missioni militari». 48
                  Quando l’Ufficio I invia questa risposta, il capitano Sacco si trovava in Francia già da quindici
                  giorni allo scopo, tra l’altro, di richiedere un aiuto crittologico agli alleati francesi, riconosciuti
                  maestri in quest’arte. Alla fine di giugno, egli era infatti partito per Chantilly, sede del Gran
                  Quartier Generale (GQG) dell’Esercito Francese ove rimarrà  per circa un mese. 49
                  La missione può attuarsi in virtù della convenzione militare tra l’Italia e gli Alleati dell’Intesa,
                  che prevedeva «una stretta collaborazione tra gli stati maggiori delle Armate alleate, da rea-




                  44   Biografia del Generale Sacco, AUSSME, bibliografie, 54/109.  .
                  45   Luigi Sacco, Relazione circa le esperienze compiute dal Commendator Marconi nei giorni 16 e 17 dicembre 1911 a Tripoli,
                  Relazione al Comando del Genio del Corpo d’Armata,, Tripoli. Secondo Sacco l’esperimento dimostra la possibilità di
                  intercettare le trasmissioni nemiche ad alta potenza mediante un semplice filo posato sul terreno.
                                               a
                  46   Per esempio, i radiotelegrafisti della 1 Armata, avendo ricevuto l’incarico di controllare le emissioni delle stazioni cam-
                  pali austroungariche disposte a Cima d’Oro e in altre località e i loro collegamenti con eventuali impianti clandestini in
                  territorio italiano comunicavano che dal 24 al 27 giugno tali stazioni avevano effettuato solo la ricezione (Sezione radiote-
                  legrafica della 1 Armata, Visita alle stazioni da 300 W, Verona, 28 giugno 1915, ISCAG, Racc.242).
                              a
                  47   Si veda la già citata circolare del Comando del Corpo di Stato Maggiore dal titolo Norme generali per la costituzione e
                  funzionamento del Comando Supremo mobilitato.
                  48   Ufficio Informazioni, Promemoria per la Segreteria del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, prot, n° 2292 del 16 luglio
                  1915, AUSSME, fondo E2, busta  26.
                  49    Dal 24 al 26 giugno Sacco aveva discusso gli obiettivi della missione presso l’ufficio dell’Ispettore capo del STM colon-
                  nello Natalino Mazzone e del capitano addetto alle Telecomunicazioni, Ugo Levi.  Era poi partito per Roma da dove aveva
                  ripreso il viaggio per Parigi, giungendo a Chantilly sede del GQG il 1° luglio.


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