Page 225 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 225
CAPITOLO OTTAVO
La precisione dei rilevamenti goniometrici dipende dalla capacità di applicare idonei metodi di cor-
rezione d’errore che i Francesi dimostrano di non aver ancora acquisito in particolare per le zone
montuose. Questo tipo di difficoltà sarà gradualmente risolto dagli specialisti italiani, consentendo
un diffuso utilizzo della tecnica radiogoniometrica, come è testimoniato dai rapporti mensili firmati
da Sacco e compilati poi da chi gli succederà al comando del costituendo centro di Codroipo.
59
Gli Austriaci avranno la possibilità di utilizzare analoghi dispositivi al fonte italiano solo circa
due anni più tardi. Un’analoga differenziazione nei tempi di realizzazione si verifica anche nelle
reti di rilevamento navale sulle sponde opposte dell’Adriatico, settore in cui la radiogoniometria
riveste un ruolo ancora più importante rispetto a quello terrestre.
nuove appLicazioni deLLe radiocomunicazioni
Per quel che riguarda le stazioni, con potenze comprese tra circa 1 a 5 KW destinate a collegare
gli alti comandi, Sacco constata che i ricetrasmettitori inglesi e francesi non differiscono da quel-
li usati nell’Esercito italiano. La sua attenzione si concentra piuttosto sull’impiego della radio
nelle comunicazioni aereo - terra e sugli impianti di potenza limitata, sperimentati dagli Alleati
per collegare sia gli osservatori alle artiglierie, sia le trincee ai comandi retrostanti.
Il suo interesse è attratto in particolare dall’impiego della radio per la direzione di tiro delle
artiglierie da parte di osservatori montati su aeroplani e muniti di apparati trasmittenti collegati
con stazioni riceventi a terra comunicanti, a loro volta, con le batterie mediante linee telefoni-
che nell’Esercito francese e via radio in quello inglese. Il Capitano prende visione di numerosi
impianti sia sugli aerei che a terra, assiste alle regolazioni di tiro delle artiglierie e verifica l’ef-
ficienza degli impianti radio negli aeroplani, effettuando personalmente alcune trasmissioni di
prova, non è dato sapere se a terra o in volo.
Nella relazione è compreso, tra l’altro, un vivido racconto sull’impiego dell’osservazione aerea
durante l’offensiva francese nella regione di Arras Souchez, ove nel giugno del 1915 sei aeropla-
ni rimangono costantemente in volo, inviando a terra, in un solo giorno, ben 269 comunicazioni
riguardo soprattutto ai movimenti delle fanterie nemiche che possono così essere colpite dall’ar-
tiglieria francese ben prima di giungere sul campo di battaglia.
Gli apparati esaminati da Sacco a bordo degli aerei sono di peso e dimensioni modeste e raggiun-
gono una portata di 20 - 25 km quando l’aereo si trova a un’altezza di circa 2500 metri. Si tratta
probabilmente delle stazioni costruite dalla S.F.R. (Société Française de Radiocommunication)
e istallate nei mesi successivi anche sugli aerei italiani.
Un altro argomento trattato durante la missione riguarda gli apparati radio di potenza ridotta
da utilizzare per le comunicazioni di prima linea, specie quando il violento tiro delle artiglierie
avversarie distrugge tutte le linee aeree e i cavi anche interrati. Tale circostanza si verificava, per
esempio, in un osservatorio d’artiglieria visitato da Sacco nella zona di Neuchappelle, a circa
200 metri dalle prime trincee, ove i quattro collegamenti via filo con il comando d’artiglieria,
predisposti su percorsi ben distanziati, erano ridotti frequentemente fuori servizio, costringendo
gli addetti a usare la radio.
I problemi da superare per estendere siffatte applicazioni sono, come già illustrato, di indole
tecnica e in Italia comprendono la difficoltà di reperire un sufficiente numero di capaci operatori.
Questi non mancano invece nell’Esercito inglese, ove tra l’altro è radicata l’abitudine di ricevere
le comunicazioni RT “a orecchio”, senza l’impiego di zone perforate, con una conseguente sem-
plificazione del servizio.
59 Per l’attività radiogoniometrica di Sacco in questo periodo si veda anche: C. Picone, C. Micheletta, Il Ten. Generale Luigi
Sacco, Bollettino ISCAG, ottobre - dicembre 1970, p.424 e s.
225