Page 226 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 226
LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
8.4 EFFETTI DELLA MISSIONE DI SACCO IN FRANCIA
La deLudente coLLaborazione con gLi aLLeati
Alla collaborazione tra Italia e Francia per la decrittazione dei dispacci austriaci sono dedicate
poche righe finali della relazione che qui si riportano integralmente:
Ho palato di questo argomento col Ten. Colonnello Simon, col Ten. Colonnello Cartier e col
Maggiore Fraques; si tratterebbe in sostanza di:
1) Collegare tra di loro i due G. Q. G. (o almeno quello italiano con Parigi), per mezzo di un
filo telegrafico diretto, affinché le comunicazioni possano avvenire nel modo più rapido
e sicuro.
2) Organizzare in Italia il servizio sistematico di ascolto e radiogoniometrico, con conse-
guente scambio telegrafico delle più importanti intercettazioni e determinazioni gonio-
metriche.
3) Scambiare con il G. Q. G. francese per posta o per telegrafo tutte le altre notizie che sarà
possibile avere riguardanti l’organizzazione, i nominativi, i cifrari ecc. del nemico.
Non è necessario illustrare la convenienza di un simile accordo e il vantaggio che ne potreb-
be derivare essenzialmente per l’interpretazione delle comunicazioni nemiche.
Su questo argomento riferisce a parte l’addetto militare Col. Cav. BREGANzE direttamente
a S.E. il Sottocapo di Stato Maggiore.
Sacco non fornisce maggiori dettagli, perché la convenzione secondo la quale i radiogrammi in-
tercettati sul fronte italiano sarebbero stati trasmessi in Francia, ivi decrittati e rinviati in Italia in
chiaro viene sottoscritta a più alto livello, cioè tra il Generale francese Ferdinand Auguste Pont e
il Colonnello Breganze che trasmette prontamente al Comando Supremo la bozza dell’accordo.
60
Si tratta di un successo non da poco, perché alimenta la concreta speranza di venire a capo dei
dispacci cifrati austriaci ancora non interpretabili e compensa, almeno in parte, la “chiusura”
dimostrata in materia crittografica dagli interlocutori alleati nei confronti del Capitano italiano
che, durante il suo soggiorno non aveva ottenuto alcun suggerimento sui metodi da applicare per
la soluzione dei cifrari nemici.
61
Dopo il rientro di Sacco in Italia, s’intensifica l’attività di intercettazione da parte delle stazioni
italiane, come risulta anche dai diari delle Sezioni radiotelegrafiche d’Armata. I radiogrammi
austriaci intercettati che sembrano più interessanti sono regolarmente spediti da Udine a Parigi,
attraverso un circuito telegrafico appositamente costituito. Purtroppo però le tanto attese versioni
in chiaro non pervengono in Italia e, a questo proposito, Odoardo Marchetti dichiara recisamen-
te: «non se ne seppe più nulla e così la trasmissione non ebbe più seguito». 62
Invero, dai Servizi inglesi ai quali si inviano alcuni radiogrammi si riesce a ottenere, con molto
ritardo, i testi in chiaro. Solo che, scrive il Marchetti, «contemporaneamente vi eravamo riusciti
anche noi …. furono i primi radiogrammi tedeschi decifrati dal nostro reparto». 63
Le ragioni del fallimento dell’accordo non sono note. Tenendo conto delle caratteristiche di alcuni
cifrari austriaci illustrate nel seguito, non si ritiene che gli abili analisti francesi abbiano incontrato
particolari difficoltà nella loro decrittazione. Si presume invece che questi, occupati a risolvere
cifrari in continua evoluzione soprattutto dell’esercito tedesco e a decrittare dispacci diplomatici,
delle marine nemiche, ecc., abbiano attribuito una bassa priorità ai telegrammi provenienti dall’Italia
per loro meno interessanti, perché non attinenti alle vicende del fronte occidentale.
60 O. Marchetti, op. cit., p.158. La corrispondenza scambiata tra Parigi e il Comando Supremo, contenuta nei Fondi
dell’AUSSME, dimostra che quest’ultimo era in possesso della bozza d’accordo già dal 18 agosto.
61 L. Sacco, Manuale op. cit., p.308.
62 O. Marchetti, op. cit., p. 158.
63 ibidem, p. 87.
226