Page 227 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO OTTAVO
L’atteggiamento francese non è il solo caso di “estrema riservatezza” in materia crittografica
manifestatosi tra Alleati di entrambi gli schieramenti, ma la diffidenza mostrata dai Servizi fran-
cesi in tutta la vicenda potrebbe anche giustificarsi perché molti dei crittogrammi intercettati
in Italia erano, come si vedrà, di origine tedesca e non sarebbe stato prudente far conoscere le
capacità francesi di penetrare tali cifrari agli Italiani che non avevano ancora dichiarato guerra
alla Germania.
La vicenda produce ulteriori ritardi nello sviluppo della crittologia militare italiana, ancora in
pratica inesistente, sia perché nell’attesa delle risposte da Parigi trascorre del tempo prezioso, sia
per il mancato miglioramento delle capacità analitiche che sarebbe derivato dal confronto tra le
versioni cifrate dei dispacci e quelle in chiaro ricevute dai francesi.
iL consenso suLLe proposte di sacco
Nonostante il deludente risultato della progettata collaborazione crittologica franco - italiana,
la missione di Sacco in Francia non è priva di utili conseguenze perché alcuni dei suggerimenti
contenuti nella relazione già illustrata contribuiscono all’evoluzione delle comunicazioni radio
dell’Esercito italiano nei mesi immediatamente successivi.
Il 6 agosto Sacco, appena rientrato dalla Francia, conferisce con l’Ispettore Capo del STM,
colonnello Mazzone, anticipando a voce le informazioni e i convincimenti derivati dai contatti
avuti con gli Alleati. E’ significativo che lo stesso giorno venga emesso dall’Ispettore, l’Ordine
di Servizio diretto alle Sezioni Radiotelegrafiche con cui si stabilisce l’obbligo della cifratura
totale dei telegrammi, come si illustra nelle pagine seguenti. 64
Successivamente Mazzone, appena pervenutagli la relazione di Sacco, la invia al Comando
Supremo corredata dai propri commenti che esordiscono però con la seguente affermazione,
priva di concrete dimostrazioni: «l’ordinamento del nostro servizio telegrafico è da ritenersi più
completo che quello degli eserciti francese e inglese», poiché, sempre secondo il Colonnello,
soddisferebbe pienamente tutte le necessità di trasmissione tra le grandi Unità. 65
Mazzone assicura poi che le comunicazioni radiotelegrafiche vengono completamente cifrate
- sappiamo bene che lo erano solo da pochissimo tempo dopo il colloquio con Sacco - e, rispon-
dendo indirettamente a qualche probabile osservazione, afferma improvvidamente: «i cifrari di
sevizio usati si ritengono sicuri e saranno ogni tanto opportunamente cambiati, in modo da avere
la maggiore tranquillità possibile al riguardo».
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Quest’affermazione conferma che l’Ispettore Capo del STM non solo gestisce la distribuzione
alle Sezione Radio Telegrafiche dei cifrari di servizio e delle relative chiavi, ma si ritiene respon-
sabile della sicurezza di tali cifrari nei confronti del Comando Supremo, evidentemente perché
prodotti sotto il suo diretto controllo.
Tuttavia, pur non tenendo conto della soluzione del cifrario a gruppi di cifre effettuata dagli
analisti austriaci, di cui il Mazzone non era ovviamente a conoscenza, la garanzia di sicurezza
fornita al Comando Supremo, senza alcun serio elemento di supporto, denota la scarsa cultura crit-
tologica all’origine dei numerosi errori commessi, durante gran parte del conflitto, dall’Ispettorato
Telegrafico nella gestione dei cifrari di servizio.
L’Ispettore Capo del STM cerca poi di “scaricare” su altri le responsabilità di eventuali fughe di
notizie attraverso intercettazioni e decrittazioni nemiche, affermando:
64 Ispettore Capo STM, Diario storico - militare, 6 agosto 1915, AUSSME, fondo B1,105 S, vol. 87. Sacco era rientrato
in Italia il 3 agosto.
65 Comando Supremo, Comando Generale del Genio, Missione del Capitano Sacco cav. Luigi presso il G. Q. G. francese,
prot.1222RG, del 29 agosto 1915, AUSSME, fondo B1,105 S, vol. 87.
66 ibidem
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