Page 229 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO OTTAVO
8.5 LA RADIO ITALIANA NEI PRIMI SEI MESI DI GUERRA
diffusione ed evoLuzione deLLa radioteLegrafia
Sin dai primi mesi di guerra, si manifesta nell’Esercito italiano la necessità di incrementare l’impie-
go della radio dovuta anche alle nuove applicazioni della radiotelegrafia tra cui spiccano «le comu-
nicazioni tra aerei e terra, le rapide e dirette segnalazioni relative al sopravvenire di aerei nemici». 73
Il bisogno di radiocomunicazioni “tra punti a terra” è particolarmente sentito nelle situazioni di
emergenza, cioè quando i collegamenti fisici sono interrotti dal maltempo che ne impedisce il
rapido ripristino, oppure durante i bombardamenti delle artiglierie che distruggono sistematica-
mente i fragili collegamenti via filo e non consentono di ripararli in tempi brevi, oppure ancora
quando si devono collegare località difficilmente raggiungibili con linee fisiche, come accade
sovente in alta montagna.
Inoltre, i ritardi nel completamen-
to dei collegamenti via filo, nei
primi mesi di guerra, fa crescere
la domanda, specie nella zone di
montagna, per un più esteso uti-
lizzo della rete radio e quindi di
stazioni supplementari rispetto
a quelle assegnate, all’atto della
mobilizzazione, al Comando Su-
premo, ai Comandi delle Armate e
alle Divisioni di Cavalleria.
All’esigenza di disporre di un
maggior numero di collegamenti
si oppone «la scarsa disponibilità
di mezzi radiotelegrafici unita alla
difficoltà di provvederne nel Pae-
se per la impreparazione all’uopo
della nostra industria nazionale». 8.8 Trasmettitore da 500 W in versione autocarrata. Visibile a sini-
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Perciò, «mentre si intensifica la stra lo spinterometro rotante (Archivio fotografico ISCAG)
preparazione in Patria di mezzi RT per l’Esercito operante» , si adottano alcuni provvedimenti
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tendenti a colmare, almeno parzialmente, il divario tra richieste e disponibilità, tra i quali:
• il trasferimento ad alcuni Corpi d’Armata e osservatori delle stazioni date in dotazione alle
Divisione di Cavalleria, non più indispensabili nella guerra divenuta “di posizione”;
• l’approvvigionamento in Francia di stazioni someggiabili da 300 Watt;
• l’impiego di alcune stazioni da 500 Watt (figura 8.8), disponibili presso il Battaglione dirigibilisti
e trasferiti alla 1a Armata nella seconda metà di ottobre .
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Le ultime due tipologie di apparati presentano peso, ingombro, tempi di “impianto” e “spianto”
notevolmente inferiori rispetto alle stazioni campali di maggiore potenza, a fronte naturalmente
di portate inferiori.
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73 Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio Tecnico, Circolare riservata, Oggetto: Ordinamento e dipendenza del Servizio
Radiotelegrafico, 20 settembre 1015, ISCAG, Racc.220.
74 Ispettore Capo del STM, Relazione Tecnica sul Servizio Radiotelegrafico nell’Esercito Operante durante la Guerra Italo
- Austriaca (1915 -1918) ISCAG, Racc. 242.
75 ibidem.
a
76 Comando Generale del Genio, Lettera Prot. 2164 del 23 ottobre 1915 al Comando della 1 Armata, ISCAG. Racc. 220.
77 La stazioni da 0,5 KW e da 0,3 KW pesano circa 500 Kg, approssimativamente ¼ di quelle da 1,5 KW. La portata no-
minale con antenne di altezza di 16 e 22 m è rispettivamente di circa 80 Km e 50 Km, a fronte dei 200 Km raggiunti dalle
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