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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               accuratamente le necessarie competenze forse anche al di fuori dell’ambiente militare, secondo la
               procedura adottata dagli Inglesi, e concentrarle razionalmente in unico ente in grado di selezionare
               i sistemi crittografici, di emanare rigorose regole per il loro impiego e di vigilare sulla loro applica-
               zione. Una modifica organizzativa in tal senso emergerà gradualmente e con molte difficoltà, negli
               anni successivi, conducendo a individuare proprio nell’ambito del Reparto destinato all’analisi
               crittografica creato nel 1916, anche le conoscenze necessarie per la progettazione dei nuovi cifrari.


               situazione crittoLogica
               Si sono già enumerati quei cifrari italiani che, nonostante la mancanza di adeguata progettazione e
               gestione, hanno superato l’attenta vigilanza e i tentativi di penetrazione, soprattutto perché poco dif-
               fusi e utilizzati limitatamente. Ciò è accaduto per i cifrari riservatissimi destinati alle comunicazioni
               tra gli alti comandi, così come tra questi e i vertici degli organismi statali. In questa “famiglia” sono
               compresi, come già illustrato, il “Verde” che lo stesso Figl dichiara di conoscere solo per nome, nono-
               stante la maggiore diffusione avvenuta sin dal 1916 e l’”Azzurro” fino alla sua “scoperta” nel 1917.
               Anche il Cifrario di Servizio con gruppi cifranti costituiti da lettere, impiegato piuttosto di rado e
               solo per le comunicazioni riservate tra gli alti comandi, fino all’aprile del 1916, non è citato dalle
               fonti austriache prima di quella data.
               Il contesto si presenta in modo totalmente diverso per i cifrari più diffusi: il “Cifrario di servizio”
               a gruppi di cifre, il  “Rosso” e il “Militare Tascabile”,
               Tra le principali cause delle numerose decrittazioni di dispacci italiani così cifrati, oltre alla
               debolezza e vetustà dei cifrari, va inserita la cifratura parziale abolita il 6 agosto con un ordine
               di servizio che annullava le disposizioni emanate il 30 maggio precedente.  La decisione è co-
                                                                                    96
               munque tardiva perché la parziale cifratura dei dispacci italiani aveva, senza dubbio, concorso
               unitamente alla già citata cattura delle istruzioni, a facilitare la soluzione del Cifrario di Servizio
               a gruppi di cifre. Al fine della resistenza alle decrittazioni di questo cifrario, risultano perciò
               inefficaci i cinque cambiamenti di chiave effettuati nel corso del 1915.
               Al contrario, si nota come l’ordine di servizio che introduce l’impiego del cifrario di servizio a
               tre lettere sia contemporaneo con quello relativo all’abolizione della cifratura parziale,  concor-
                                                                                              97
               rendo così alla resistenza dimostrata da questo cifrario fino all’aprile successivo.
               Nonostante l’abrogazione ufficiale, una pervicace resistenza nella pratica di cifrare, in alcuni
               casi solo poche parole dei telegrammi ottiene la ratifica dallo stesso Comando Supremo, fornen-
               do ancora formidabili appigli agli analisti austroungarici. 98
               La loro opera è facilitata anche dalla così detta cifratura ibrida che si attua quando, per dispacci
               parzialmente cifrati con il “Rosso” presso i Comandi, le parti restanti vengono cifrate dai telegrafisti
               con cifrari di servizio. Si compie così un grave errore crittografico perché se il nemico conosce
               uno dei due cifrari, per esempio il “Rosso”, la procedura adottata equivale a una cifratura parziale.
               Tuttavia, l’affermazione di Ronge secondo il quale, a causa della codifica parziale, «la guerra
               crittografica era perduta dagli Italiani, com’era accaduto ai Russi, sin dall’inizio del conflitto»,
                                                                                                      99
               non è condivisibile poiché la graduale evoluzione delle competenze crittografiche, dimostrata

               96   Ispettore Capo del STM, Diario storico - militare, Ordine di Servizio N°19, 6 agosto 1915, AUSSME, fondo B1, 105 S,
               Vol. 87. Si prescrive ora di cifrare completamente il testo, l’indirizzo e la firma di ogni dispaccio radio, con l’eccezione dei
               nominativi delle stazioni trasmittente e destinataria
               97   Ispettore Capo del STM, Diario storico - militare,.Ordine di Servizio N°20,  6 agosto 1915, AUSSME, fondo B1, 105 S,
               Vol. 87.
               98   Secondo una circolare riservata del Reparto Operazioni datata 7 agosto 1915 e firmata L. Cadorna, è lecito adoperare
               la cifratura parziale quando i telegrammi non trattano argomenti di carattere riservato, ma contengono nomi di persone o
               unità dell’Esercito che devono essere cifrate. Si apre così una falla nella regolamentazione  che consente di proseguire nella
               nefasta pratica della cifratura parziale.
               99   M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p.3.

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