Page 213 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO OTTAVO
fica», viene trasmesso dal Comando Supremo al Comandante del Corpo Speciale operante in
Albania, Generale Emilio Bertotti, con l’istruzione di usarlo solo per la corrispondenza diretta
con il Capo di Stato Maggiore.
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L’impiego del “Minerva” si è andato poi diffondendo nell’ambito anche della Guardia di Finanza
e se ne trovano chiari riferimenti nella corrispondenza tra diverse unità fino all’agosto del 1918.
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I motivi per i quali questo codice commerciale sembra passato indenne da violazioni sono mol-
teplici. Innanzitutto, il “Minerva” non rientra tra quelli procurati dall’Evidenzbureau prima della
guerra, dimostrando, ancora una volta, l’influenza di quelle acquisizioni sull’andamento della
lotta crittografica. Hanno poi contribuito alla resistenza alla penetrazione, oltre alla voluminosità
del repertorio, la sua limitata diffusione e la conseguente scarsezza di materiale crittografico a
disposizione degli analisti austriaci.
Il cifrario CU (Cifrario Universale da non confondersi con il Minerva), repertorio paginato edito
nel 1913 dal Ministero degli Interni, oggetto di grande diffusione in Italia come all’Estero presso
Ambasciate e Consolati, ha trovato nell’Esercito un impiego limitato alle comunicazioni con il
suddetto Ministero.
Una specifica trattazione che non rientra tra gli scopi di questo libro potrebbe dedicarsi alla
storia dei cifrari diplomatici italiani della serie K, cambiati in progressione dal 1915 al 1918, a
cominciare dal k15 fino al k 20.
In generale, la gran parte dei repertori impiegati, all’inizio del conflitto, non solo presso l’Esercito,
ma anche dagli altri organi dello Stato, hanno in comune due caratteristiche che li rendono poco
sicuri, cioè:
• la vetustà, poiché sono in uso da anni - alcuni addirittura dal secolo precedente - con una
conseguente elevata probabilità di essere noti al nemico;
• la regolarità, poiché appartengono, per la quasi totalità, alla categoria dei “codici regolari
paginati”.
Un altro pesante danno è apportato da una pratica di cifratura, a dir poco deleteria, normalmente
applicata nei primi mesi dopo l’entrata in guerra dell’Italia.
La cifratura parziaLe
All’inizio del conflitto, il traffico radio tra le stazioni fisse e campali dell’Esercito non è molto
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intenso, nonostante il Comando Supremo inviti le Armate a «non trascurare di valersi di questo
mezzo di comunicazione […] ciò varrà ad esercitare il personale addetto alle stazioni oltreché ad
alleggerire in qualche misura il servizio telegrafico delle comunicazioni telegrafiche ordinarie». 13
Nella stessa comunicazione si stabilisce che «la cifratura dei dispacci di Stato spetta al mittente e
soltanto quando questi non disponga del cifrario e ne faccia richiesta potrà all’uopo essere impiega-
to il cifrario di servizio», utilizzato quindi non solo per le comunicazioni di servizio tra le stazioni.
In realtà, ciò avviene molto di frequente sicché quest’ultimo cifrario, destinato originariamente
alle comunicazioni riguardanti il vero e proprio servizio RT, viene utilizzato per molti dispacci,
10 Segreteria del Capo di Stato Maggiore, Trasmissione di cifrario, 1 novembre 1915, AUSSME, fondo E2, busta 16. L’ag-
giunta delle lettere A. B. nella sigla del cifrario indica «l’indirizzo dei telegrammi diretti al Comando Supremo: Comando
Presidio A.B. Udine».
11 Legione Territoriale della R. Guardia di Finanza di Milano, Cifrari militari in uso presso la R. Guardia di Finanza, 24
febbraio 1917, AUSSME, fondo F2, busta 117; Diari Sezione U, 7 agosto 1918, AUSSME, fondo B1, 101D, Vol.362d.
12 Le stazioni RT schierate all’inizio del conflitto sono, come si è visto, in tutto diciotto mobili campali e dodici fisse operan-
ti nella zona di guerra, dipendenti dal Comando Supremo e per esso dall’Ispettore Capo del STM. Al di fuori del territorio
d’operazioni, si contano inoltre sei stazioni dell’Esercito facenti parte della Rete permanente nazionale e dipendenti dal
Ministero della Guerra.
13 Comando Supremo, Reparto Operazioni, Comunicazione ai Comandi d’Armata e della zona Carnia, Prot. N°611, del
18 giugno 1915, Oggetto: Servizio delle Comunicazioni Radio Telegrafiche, a firma del Sottocapo di Sato maggiore Porro,
AUSSME fondo F12, busta 108.
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