Page 241 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO NONO




                  radiotelegrafisti italiani possono così preparasi ed essere pronti a sintonizzare i ricevitori sulle
                  frequenze di emissione degli aerei austroungarici. Si scopre così che quando l’aereo raggiunge
                  la verticale del bersaglio, emette il segnale telegrafico FFF (Feuer) e poi, dopo il tiro ripete più
                  volte un segnale indicante la stima approssimata dello spostamento in metri dell’area colpita
                  rispetto al bersaglio. Per esempio 200 - N - 50 - W.
                  Il citato Bollettino dell’Ufficio Informazioni della 2  Armata, nel riportare la notizia, fornisce
                                                                   a
                  anche alcuni suggerimenti provenienti dal comando della stazione radiotelegrafica riguardo le
                  misure da adottare per «rendere aleatorie o inefficaci le segnalazioni di tiro degli aeroplani».
                  Questa contromisura di guerra elettronica, ante litteram consiste nell’approntare radiotrasmetti-
                  tori con potenza adeguata, rapidamente sintonizzabili sulle frequenze usate dagli aerei avversari,
                  allo scopo di interferire sulle comunicazioni di questi ultimi.
                  Una funzione analoga nei confronti di alcune stazioni italiane terrestri era tentata dall’emittente
                  austriaca di Aidussina, situata a pochi chilometri da Gorizia e localizzata dai radiogoniometri  di Co-
                  droipo. La finalità perseguita in questo caso consisteva nel disturbare le comunicazioni radio italiane
                  che, subito dopo gli avvistamenti di aerei nemici, diffondevano l’allarme in tutta la zona. Tuttavia,
                  nota Sacco, i tentativi d’interferenza, oggi si chiamerebbe jamming, non hanno effetto perché «la
                  tonalità di scintilla della stazione r.t. di Aidussina è alquanto diversa da quella delle stazioni italiane
                  e ciò permette ai nostri radiotelegrafisti di seguirne le segnalazioni (di allarme delle stazioni italiane
                  N.d.A.) malgrado il disturbo tentato dall’avversario; si rileva anzi una certa ingenuità da parte di
                  quest’ultimo sull’insistenza in questo inutile tentativo di turbare le nostre comunicazioni r.t.». 12
                  Per lo stesso motivo, la proposta contenuta nella poc’anzi ricordata informativa della 2  Armata,
                                                                                                 a
                  di utilizzare cioè lo stesso metodo della stazione di Aidussina per interferire sulle comunicazioni
                  austriache tra aerei e terra, non viene immediatamente approvata dal Comando del Genio, in
                  attesa di poter meglio conoscere le caratteristiche degli apparati austroungarici per esempio me-
                  diante la cattura di qualche alto esemplare.
                                                         13

                  cifrari veri o finti
                  Il crescente impegno italiano teso a penetrare i cifrari austriaci è testimoniato da una lettera del 22
                  febbraio proveniente dall’Ufficio Informazioni del Comando Supremo e indirizzata al Comando
                  della 3  Armata, ove si dà notizia di un semplice cifrario di sostituzione monoalfabetica, usato
                        a
                  dalle stazioni RT austriache, nel quale a ogni lettera corrisponde un numero casuale a due cifre
                  (B=93; C=62; D=33, ecc.).
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                  Nella lettera si precisa che «la numerazione verrebbe cambiata ogni 15 giorni […] e quella ripor-
                  tata sarebbe valida sino alla fine del corrente mese». Si richiede quindi all’Ufficio Informazioni
                  della 3 Armata di verificare se il cifrario corrisponda effettivamente a quello usato nei radiogrammi
                        a
                  austriaci intercettati dalle sue stazioni. E’ probabile che richieste analoghe siano state inviate
                  anche alle altre Armate.
                  Evidentemente, il cifrario poc’anzi menzionato è estremamente debole e fornirebbe qualche ga-
                  ranzia di resistenza in più per ritardare la decrittazione se fosse corredato da un adeguato numero
                  di nulle e di omofoni che però, in questo caso, non sono presenti.
                  Nel marzo successivo, si verifica poi un tentativo di inganno radio, oggi si chiamerebbe deception,
                  escogitato dagli Austroungarici e realizzato mediante la preparazione, da parte del solito Capitano


                  12   3° Reggimento Genio, Ufficio Radiotelegrafico di Codroipo, Relazioni, aprile - maggio 1916, op. cit., Nota a p. 5.
                  ISCAG, Racc. 220. La tonalità di scintilla è il tono udibile in ricezione in corrispondenza a ogni punto e linea trasmessi,
                  generato dalla frequenza delle scintille in trasmissione.
                  13   Comando Generale del Genio, lettera all’Ufficio Tecnico, 28 febbraio 1916, op. cit.
                  14   Ufficio Informazioni del Comando supremo, Cifrario per le comunicazioni telegrafiche austriache, Foglio riservato per-
                  sonale n 67 diretto al Capo Ufficio Informazioni della 3 Armata, 22 febbraio 1916. Cifrari austriaci di questo tipo verranno
                        o
                                                          a
                  segnalati nel 1918 dall’Ufficio Informazioni dell’Armata francese in Italia.

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