Page 242 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               Figl, di un cifrario, decifrabile facilmente ma non troppo, e applicato per trasmettere via radio noti-
               zie non vere, ma verosimili, nella speranza che gli Italiani “abbocchino”. Grande cura è posta nella
               elaborazione della “trappola” tesa da numerose stazioni radio dislocate in Carinzia. 15
               Si trattava, in sostanza, di far credere che fosse in atto la preparazione di un attacco contempora-
               neo sul fronte del Trentino e su quello dell’Isonzo, mentre l’intenzione del Comando austrounga-
               rico era di sferrare un’offensiva solo nel Trentino, come poi avviene, sebbene con molto ritardo
               rispetto alla data inizialmente prevista, con la nota Strafexpedition.
               Senza dubbio, alcuni dei radiogrammi diffusi in quella occasione dalle stazioni radio austriache sono
               stati decrittati dagli italiani. Ad esempio, a metà marzo del 1916, l’Ufficio Situazioni e Operazioni
               di Guerra informa di aver recepito, tramite intercettazioni radio, notizie sull’afflusso per ferrovia
               di dieci equipaggi da ponte diretti nella zona di Tolmino, in previsione di un’offensiva austro -
               ungarica in quel settore del fronte isontino.
               O. Marchetti denuncia però il fallimento del tentativo austriaco, poiché, sin dai primi di aprile
               l’Ufficio I «afferma che l’offensiva si farà in Trentino sugli Altipiani ed in Val Sugana […] so-
               spetta come tendenziose certe notizie malamente cifrate, diramate a bella posta per ingannarci
               da stazioni radio nemiche». 16
               Insomma, la guerra elettronica sul fronte italiano è senz’altro iniziata !



               9.2  UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEzzA


               iL primo aLLarme deL comando supremo
               In un giorno imprecisato di marzo una stazione d’ascolto austriaca, che si era spostata in una
               posizione molto vicina alla prima linea, viene catturata dagli Italiani. Non è dato sapere quali
               documentazioni e materiali siano stati catturati nella stazione, ma le contromisure adottare dal Servizio
               Informazioni austriaco sono così radicali da far ritenere che le informazioni cadute in mani italiane
               rivestissero una non trascurabile importanza.  Tra le conoscenze acquisite in quell’occasione
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               dall’Ufficio Informazioni sono probabilmente comprese, oltre all’intensità e capillarità delle at-
               tività di intercettazione svolte dal nemico, alcune notizie sull’organizzazione e il funzionamento
               del servizio di decrittazione e il possesso da parte degli Austriaci di cifrari italiani.
               Sta di fatto che il 29 marzo il Reparto Operazioni del Comando Supremo  comunica a tutti i
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               Comandi d’Armata e agli altri Enti interessati i fondati sospetti riguardo alla disponibilità nelle
               mani del nemico di almeno alcune porzioni del “Cifrario Rosso”, vietando tassativamente di usa-
               re tale cifrario per tutte le comunicazioni radiotelegrafiche. Ronge commenta sarcasticamente
               «ma quali porzioni, noi l’avevamo per intero !»
               Il divieto è ribadito in una lettera inviata il mese successivo dall’Ufficio Informazioni, a tutti
               i Comandi, ove è incluso un certo approfondimento dei problemi crittografici, unito a qualche
               grossolano errore. Nella comunicazione, si afferma che si debba ritenere
                     il Cifrario in parola (“Rosso”) non privo di pericoli anche dopo la modificazione apportatavi
                     (cambiamento della numerazione delle pagine, N.d.A.) in quanto restano pur sempre immutate
                     la disposizione e la numerazione progressiva, in ogni pagina, dei singoli vocaboli, ciò che può
                     bastare a un abile crittografo per rendersi conto con facilità delle relative modificazioni, purché
                     disponga di numeroso materiale.


               15   M. Ronge, Spionaggio, op. cit., p. 229
               16   O. Marchetti, Il Servizio Informazioni, op. cit., p.115.
               17  M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p. 6.
               18   Comando Supremo, Reparto Operazioni, Comunicazione di servizio n° 6462 del 29 marzo 1915. AUSSME fondo F1,
               busta 108.

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